6 Dicembre 2024: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

“l’apicoltore” Francesco di Sales ci raccomanda, nella meditazione, di essere come le api che producono il miele dopo un lavoro lungo e paziente: “Allo stesso modo noi spigoliamo le virtù di Nostro Signore, una dopo l’altra, per trarne la voglia di imitarle; (poi le consideriamo tutte insieme con uno sguardo di contemplazione)”. Probabilmente a nessuno di noi è capitato di spigolare e cioè di raccogliere le spighe di grano rimaste in terra dopo la mietitura. Possiamo solo immaginare la fatica e …il mal di schiena. “Spigolare” le virtù del Signore, non è certamente cosa da poco, ma solo attraverso questa “fatica” possiamo far sì che la meditazione divenga contemplazione. Anche Dio, ci fa notare il de Sales citando la Sacra Scrittura, meditò; infatti, dice: “Non vedete che dopo aver creato il cielo disse che era bene? E la stessa cosa disse dopo aver creato la terra, gli animali, e infine l’uomo. Trovò, considerando le cose una per volta, che tutto era buono; ma poi, considerando insieme tutto quello che aveva fatto, disse che tutto era molto buono” (Cfr. Gen 1,10-25.31). Nel Vangelo di san Marco (7,37) troviamo il commento “contemplativo” di alcuni che, dopo la guarigione di un sordomuto, esclamano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti». Certamente, almeno crediamo, nessuno di noi ha fatto mai, in modo prodigioso, qualcosa del genere. Ma se la contemplazione porta anche all’imitazione, come potremmo far parlare un muto e udire un sordo? Possiamo essere “la voce di chi non ha voce e far “udire” a tutti la Parola di Dio testimoniandola con le nostre opere. Proseguendo nel suo discorso il de Sales, citando il suo amato Cantico dei Cantici (Cfr. 5,9-16) dice che la Sposa “dopo aver lodato il Diletto per la bellezza dei suoi occhi, delle sue labbra – in breve di tutte le parti del corpo, una dopo l’altra – conclude in questo modo: ‘Quanto è bello il mio Diletto, quanto l’amo, è il mio carissimo!’ Questa è contemplazione. Essa, la contemplazione, non si limita a guardare con gli occhi e considerare con la ragione l’opera di Dio, ma smuove l’animo del credente per passare, nei limiti delle possibilità umane, dall’ammirazione all’imitazione.

La Liturgia oggi fa memoria di san Nicola di Bari (o di Myra), preghiamo

Imploriamo umilmente la tua misericordia, o Signore: per intercessione del santo vescovo Nicola salvaci da tutti i pericoli, perché procediamo sicuri sulla via della salvezza. Amen

Oggi, senza pretendere di fare miracoli, possiamo, però, imitare san Nicola esercitando la nostra carità. Buona giornata,

PG&PGR