Carissimi,
Francesco di Sales, come sapete, definisce le Esortazioni come “chiacchierate in famiglia”, ed è proprio vero visto che si “diverte” a fare dei salti indietro, forse per tenere alta l’attenzione delle sue suore, e la nostra. Infatti ecco cosa dice: “Desidero aggiungere ancora una parole al discorso che vi ho tenuto l’altro giorno (si riferisce all’Esortazione della Domenica precedente, il 5 aprile 1615), sul contegno esteriore che dobbiamo tenere quando preghiamo”.
Certo, qualcuno potrebbe obiettare che ciò che conta è la disposizione del cuore. Giustissimo! Ma allora, perché in certe occasioni, anche “mondane”, ci vestiamo e ci comportiamo in maniera diversa dal solito e magari con un linguaggio meno “romanaccio”? Il contegno esteriore, durante le celebrazioni, ha un significato teologico profondo. Ad esempio, vi siete mai chiesti perché, nella la celebrazione Eucaristica, si resta seduti durante la prima lettura, il salmo e la seconda lettura? Chi ascolta qualcuno che parla, generalmente, resta seduto anche se quel qualcuno è un personaggio importante; la Parola di Dio ci istruisce e ci ammonisce per prepararci a ciò che segue. Gli alunni, mentre il professore spiega, non stanno forse seduti? Ma quando vengono chiamati per essere interrogati su ciò che dovrebbero aver imparato, restano in piedi. E’ solo un esempio, ma ci fa capire il perché, al canto dell’Acclamazione al Vangelo, ci si alza in piedi per accogliere la “Parola del Signore”. Non è soltanto una questione di rispetto, ma una “dichiarazione” del nostro essere pronti a mettere in pratica ciò che il Signore Gesù insegna, e “partire” per annunciarlo. Riprende, Francesco: “Tutte le cerimonie della Chiesa sono piene di un grande mistero”. Oggi potremmo dire, con un altro linguaggio, che tutti i gesti e i segni hanno un loro significato profondo anche se, molto spesso, passano inosservati. Essendo questa Esortazione pronunciata nella Domenica delle Palme, il Nostro chiede, ancora oggi, a noi: Ditemi, che significato credete abbiano i rami che oggi portiamo in mano? Nessun altro che non quello di chiedere a Dio di renderci vittoriosi in virtù della vittoria che Nostro Signore ha riportato sull’albero della croce”. Purtroppo, per molti, quel ramo (e mi raccomando che sia il più bello) e quella processione, assumono l’aspetto di “un qualche cosa che si è sempre fatto” e poi, quel ramo di ulivo…porta bene tutto l’anno.
Preghiamo
Signore, liberaci dalle esteriorità quando restano soltanto tali. I nostri gesti, le nostre acclamazioni e anche le nostre celebrazioni siano sempre una lode autentica del nostro cuore a Te. Amen
Rivediamo, oggi, tutti i gesti fatti e le parole dette ieri durante la messa…
A tutti buon cammino di Avvento e buona giornata,
PG&PGR