Carissimi,
il nostro Francesco, proseguendo nel suo discorso con “accuse” e, al tempo stesso, giustificazione e difesa dei due figli di Zebedeo e della loro madre, afferma che “la nostra anima ha due figli: il proprio giudizio e la propria volontà, ed entrambi vogliono sedersi, il giudizio a destra e la volontà a sinistra”. Ognuno dei due, sottolinea, vuole vincere e non vuole sottomettersi agli altri. Obbedire e sottomettersi non sono la stessa cosa e infatti: “Se ne trovano parecchi che obbediscono, ma pochissimi che sottomettono il loro giudizio e che abbandonano completamente la propria volontà”. I due discepoli in questione e la loro madre, senza dubbio, in tante occasioni, avranno obbedito al Signore, ma nel cuore era rimasta, a farla da padrona, la loro volontà e il loro giudizio tanto da sentirsi degni di quella richiesta. Anche a noi forse capita di “sollecitare” il Signore che, a nostro giudizio, dovrebbe ascoltarci di più! Chiediamo tante cose a Dio, con tanta ostentata umiltà, ma poi? Quell’umiltà viene accantonata e soppiantata dalla nostra volontà, dal nostro giudizio, dal nostro “io”. Ma Francesco ci mette in guardia asserendo che “nulla ci porta tanto pregiudizio nella vita spirituale e ci impedisce di avanzare nella via del Signore; infatti, se in noi regnasse la sua santa volontà, non commetteremmo mai alcun peccato, non avremmo la pretesa di vivere secondo le nostre inclinazioni e i nostri capricci; no di certo, poiché quella è la norma di ogni bontà”. A tale proposito il cita un’affermazione molto forte di san Bernardo: “La volontà personale brucerà all’inferno” e la dimostrazione sta nel fatto che gli angeli ribelli, che volevano essere simili a Dio, furono precipitati nell’inferno. “Nel mondo, essa (la volontà propria) rovina e guasta tutto”. E questa asserzione del Salesio ci sembra che trovi risconto nella storia dell’umanità: guerre, rivoluzioni, sopraffazioni, dittature, ecc. che cosa hanno provocato se non sofferenza, povertà, fame, stragi di innocenti, lotte di potere e incuria verso il creato col conseguente degrado nel quale versa il nostro pianeta? Ascoltiamo ancora Francesco: “Quando troviamo in noi qualche cosa che non è conforme alla volontà del nostro caro Salvatore dobbiamo prostrarci davanti a lui (e non al dio denaro!) e dirgli che detestiamo e disapproviamo ciò e tutto quello che in noi può dispiacergli e che è contrario al suo amore, promettendogli di non volere alcuna cosa tranne ciò che è conforme al suo beneplacito e alla sua divina volontà”.
Preghiamo con le parole della liturgia odierna:
Nella tua bontà, o Padre, porgi l’orecchio alla nostra preghiera e, con la grazia del tuo Figlio che viene a visitarci, rischiara le tenebre del nostro cuore e plasma la nostra volontà perché sia sempre più aderente alla tua. Amen
Oggi cerchiamo di fare ben attenzione che ciò che promettiamo al Signore non si trasformi in “promesse da marinaio”. Buona giornata,
PG&PGR