Carissimi,
solo qualche giorno fa, precisamente mercoledì scorso, Francesco di Sales aveva parlato dell’apostolo ed evangelista Giovanni in modo non proprio edificante; oggi torna a parlarci di lui chiamandolo “glorioso ed amabilissimo” cercando di giustificarlo a causa della sua giovane età: “Senza dubbio aveva pochi difetti e poche imperfezioni, dato che era tanto puro e casto. Era ancora giovane quando venne preso, assieme al suo fratello Giacomo, da quella sciocca sete di ambizione tanto da pretendere di essere uno a destra e l’altro a sinistra di Nostro Signore”.
Ma chi di noi, siamo sinceri, in età giovanile, non è stato/a un po’ esuberante? Forse anche noi abbiamo chiesto qualcosa di troppo. Il Nostro, cercando di entrare nella mente dei due fratelli, basandosi su quanto narra il Vangelo di san Matteo (20,20-23) dice che, non avendo essi il coraggio di avanzare una richiesta così ardita, fanno intervenire la loro madre che, probabilmente, era una delle donne pie che seguivano e assistevano il Maestro e gli stessi discepoli. E’ tipico dell’età adolescenziale agire in tal modo. A dire il vero, in ciò che aggiunge in seguito, Francesco “bistratta” un po’ questa povera donna, ma lo fa per trasmetterci questo insegnamento: “L’amor proprio…è una cattiva bestia che ci causa molti danni, impedendoci di procedere con semplicità e schiettezza in tutte le nostre azioni, facendoci cercare il nostro tornaconto e la nostra soddisfazione in tutte le cose. Sono pochissimi – sottolinea – anche tra i più spirituali, quelli che guardano a Dio senza ricercare la propria soddisfazione, desiderando soltanto di far contento Lui e non se stessi”. Pensiamo alla domanda che san Pietro rivolge a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?» (Mt 19,27). E san Paolo? Nella seconda lettera ai Corinti (11,18ss) dice: «Dal momento che molti si vantano da un punto di vista umano, mi vanterò anch’io…». Il de Sales, tornando all’episodio evangelico della richiesta “di gloria” dei due fratelli, ci invita a fare questa riflessione: “Vedete quanto è grande la nostra miseria! Pretendiamo che Dio faccia la nostra volontà e non vogliamo seguire la sua se non quando è conforme alla nostra. La maggior parte di noi, se ci esaminiamo bene, troverà che le proprie richieste sono gravemente viziate e imperfette…vogliamo che Dio ci parli…gli diciamo che ci faccia questo e ci conceda quell’altro; e se non lo fa, anche se è per il nostro miglior bene (e noi ignoriamo quale sia!), ci inquietiamo, ci turbiamo ci rattristiamo”. E allora, seguiamo il consiglio che, fraternamente, Francesco ci dà: esaminiamoci bene e senz’altro troveremo in noi qualche cosa che deve cambiare.
Oggi celebriamo la memoria di san Giovanni della Croce, il grande collaboratore di santa Teresa d’Avila nella riforma dell’Ordine Carmelitano. Preghiamo
O Dio, che hai guidato san Giovanni della Croce alla santa montagna che è Cristo, attraverso la notte oscura della rinuncia e l’amore ardente della croce, concedi a noi di seguirlo come maestro di vita spirituale, per giungere alla contemplazione della tua gloria. Amen
Visto che siamo a metà del nostro cammino di Avvento, facciamo oggi un bell’esame di coscienza e, magari, una buona confessione; senz’altro ci aiuterà a prepararci meglio al prossimo Natale. Buona giornata e buona domenica,
PG&PGR