28 Novembre 2024: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

dopo aver parlato della preghiera vitale, il nostro amico Francesco passa a quella vocale e lo fa con molta schiettezza: “Non è fare orazione biascicare qualche cosa tra le labbra, se unita non c’è l’attenzione del cuore “. Se per non parlare a sproposito con una persona bisogna prima pensare a ciò che volgiamo dire, a maggior ragione bisogna farlo quando “l’interlocutore” è Dio:

“La preghiera non è altro che parlare a Dio; ora è certo che parlare a Dio senza avere l’attenzione rivolta a lui e a quello che gli si dice, è una cosa che non gli è gradita”. Qualcuno potrà abiettare che il Signore non ha bisogno di tante parole in quanto già sa ciò che vogliamo dire. E’ vero, ma Egli, essendo innamorato delle sue creature, ama sentirselo dire. Non fanno così gli innamorati? Quante volte, pur sapendolo, si dicono l’un l’altra “Ti amo”? C’è però il pericolo che la preghiera vocale si trasformi in un insieme di parole pronunciate solo con le labbra mentre il cuore e la mente “viaggiano per altri lidi”. Prendiamo, ad esempio, certi rosari che vengono pregati “meccanicamente”, di corsa, senza neanche avere il tempo di pronunciare bene le parole dell’Ave Maria e, ancor peggio, senza avere il tempo di riflettere sul mistero che in quella “decina” si medita. Il de Sales prosegue spiegando che le preghiere vocali sono di tre tipi: “alcune sono comandate, altre sono raccomandate, altre ancora libere o di buona volontà”. Quelle comandate sono il Padre Nostro e il Credo che racchiudono in sé tutto ciò che dobbiamo chiedere ogni giorno al Signore e confermano la nostra fede in Dio che è Padre e Creatore, in Gesù Cristo che con la sua croce ci ha salvati e nello Spirito Santo che illumina e guida la Chiesa della quale siamo membra vive. Per noi preti e religiosi, poi, altra preghiera comandata è quella dell’Ufficio Divino e l’ometterlo è una mancanza grave a meno che non si sia impediti da cause di forza maggiore. Anche molti fedeli laici, pur non avendo questo “obbligo”, pregano in questo modo. Le altre preghiere sono libere e lasciate alla nostra buona volontà, ma certamente non ometteremo di affidare la nostra giornata alla Madre Celeste, di chiedere protezione al nostro angelo custode e non dimenticheremo i nostri cari defunti.

Preghiamo

Signore insegnaci a pregare: è quello che ti hanno chiesto gli Apostoli ed è ciò che oggi anche noi ti chiediamo; fa’ che le nostre parole non siano soltanto suoni, ma espressioni del cuore. Amen

Ed oggi? Un caffè di meno, una chiacchiera di meno e…una preghiera in più:

Buona giornata,

PG&PGR