Carissimi,
ai tempi di san Francesco di Sales, quella che è per noi la quinta domenica di Quaresima, era chiamata “Domenica di Passione”; la riforma del calendario liturgico dovuta al Concilio, la Domenica di Passione è stata accorpata a quella seguente che chiamiamo “Domenica delle Palme e della Passione del Signore”. Chiarito questo andiamo ad ascoltare che cosa ci dice il Nostro nell’Esortazione del 5 aprile 1615, Domenica di Passione e che occuperà diversi incontri. Inizia col dire: “Abbiamo dimostrato che il fine dell’Orazione è la nostra unione con Dio, e che tutti gli uomini che si trovano nel cammino della salvezza, possono e devono pregare”. Per capirci meglio, il “cammino di salvezza” è quello che noi scegliamo di fare alla sequela e alla scuola del Signore Gesù accogliendo e mettendo in pratica la sua Parola…anche quando può essere “scomoda”. Francesco, prima di andare avanti, come avviene spesso (ma questa è la caratteristica di queste “chiacchierate in famiglia”), fa un passo indietro preoccupato di non essere stato sufficientemente chiaro nell’Esortazione precedente, lì dove pone la questione se i “peccatori incalliti” possono pregare (era l’incontro del 16 scorso). La risposta, come ricorderete, era affermativa; ora approfondisce ponendosi la domanda se questi, oltre al poter pregare, possano essere anche esauditi e trova la risposta nel citare il miracolo del cieco nato e tutta la discussione che ne segue e che occupa tutto il nono capitolo del Vangelo di Giovanni: i peccatori possono essere esauditi dato che il cieco, di cui si parla, risponde ai membri del Sinedrio che lo interrogavano, che Dio esaudisce i peccatori che sono timorati e si impegnano a fare la sua volontà. Detto questo riprende il suo discorso affermando che ci sono tre tipi di peccatori: “I peccatori impenitenti, quelli penitenti e quelli giustificati”. I primi che, volontariamente e consapevolmente, agiscono contro la legge di Dio “non verranno esauditi fintanto che vogliono imputridire nel peccato; pertanto le loro orazioni sono abominazioni davanti a Dio”. Questa “sentenza”, così severa, Francesco la giustifica citando vari passi del profeta Isaia, di san Paolo e del libro della Sapienza; ve li indichiamo nel caso vi venisse la “voglia” di leggerli: Isaia 1,13-15; 58, 3-5; 59,3; Prima Corinti 13,3; Romani 8,15; Galati 4,56; Sapienza 1,4-5. In essi vengono presi in considerazione quelli che, col loro sconsiderato comportamento, sanno benissimo di mettersi contro Dio, ma incuranti del male che spesso provocano anche ad altri, perseverano nel loro peccato. E di questi, purtroppo, ce ne sono molti! Inutile, in questo contesto, elencarne le categorie. Francesco conclude la prima sezione con questa affermazione: “Il peccatore che vuole perseverare nel suo peccato…non ha in sé lo Spirito Santo…dunque le preghiere del peccatore impenitente non sono gradire a Dio”. Il dolce Francesco di Sales sa essere anche “poco dolce”, ma “quanno ce vo’, ce vo’!”
Nella memoria della Presentazione al Tempio della B.V. Maria, preghiamo:
Nella gloriosa memoria della santissima Vergine Maria
concedi anche a noi, o Signore, per sua intercessione,
di partecipare alla pienezza della tua grazia. Amen
Tutti siamo peccatori, ma per grazia di Dio, non impenitenti. Comunque, ognuno di noi, oggi, può fare qualche passo in avanti. Buona giornata,
PG&PGR