Carissimi,
ormai ci sembra chiaro: bisogna sempre tenere a bada il nostro amor proprio che, come dice Francesco di Sales “usa mezzi astuti per attirare la nostra attenzione”. Cosa fare allora? Per farsi melio comprendere tira in ballo (non lo avremmo mai detto), Ulisse che nell’attraversare lo stretto tra Scilla e Cariddi, per non cadere vittima del canto delle sirene, si fa legare all’albero maestro della sua nave.
“E noi –dice- dobbiamo fare la stessa cosa quando le sirene della nostra volontà, delle avversioni e delle ragioni dell’amor proprio verranno a cantare alle nostre orecchie per scongiurarci di ascoltarle”. Intendiamoci, l’amor proprio non sempre è negativo, specialmente quando non si oppone al bene comune. Ma bisogna far bene attenzione che non prenda altre “rotte”. Per questo, continua: Bisogna attaccarsi fortemente all’albero della nave, che è la croce, ricordandoci che Nostro Signore, per il secondo punto della perfezione, ci comanda di prendere la nostra croce” anzi, di abbracciarla. Quello che aggiunge di seguito, rispecchia anche la realtà di chi crede di poter agire sempre meglio degli altri. E se ben ricordate anche nel Trattato dell’Amor di Dio aveva affrontato questo argomento.
Prima di passare al terzo ed ultimo punto di questa Esortazione, il Salesio riassume le prime due in poche parole: per rinunciare a se stessi devono essere messe in atto due risoluzioni e cioè purificare e mortificare il nostro amor proprio; avere coraggio e lavorare sempre più fedelmente.
Il terzo punto è quello che ci invita a seguire il Cristo. Ma questo parleremo lunedì.
Preghiamo
Signore aiutaci a mettere da parte il nostro amor proprio che, spesso, si frappone tra noi e Te e non permettere che il “canto delle sirene” ammali il nostro cuore. Amen
Ed oggi, teniamoci ben ancorati all’albero maestro della nostra vita che è la croce di Cristo. Buona giornata e buona domenica,
PG&PGR