Carissimi,
proseguendo nella sua Esortazione, Francesco dice che “la terza ragione per la quale il nostro Maestro ha scelto la morte di croce è per fortificarci nella costanza, vedendo quante ignominie abbia sopportato, così gravi e così a lungo”. Per quanto, in questo passo, egli sembra riferirsi, in modo particolare, agli oltraggi che il Signore ha sopportato dopo il suo arresto da parte delle guardie del Tempio e dei soldati romani, potremmo ampliare il discorso anche alle persecuzioni e ingiurie che ha sopportato durante la sua vita pubblica soprattutto da parte dei farisei, dei sacerdoti e degli scribi: accusato di essere un mistificatore, un ciarlatano, un pazzo e, addirittura, un indemoniato. Anche attraverso queste prove Egli “ci dimostrò che non dobbiamo stancarci per la lunghezza e il numero delle sofferenze perché non potranno mai avvicinarsi ed essere paragonate a quelle che Egli ha patito per noi. Bisogna rafforzare il nostro coraggio…non arrenderci mai, ma combattere valorosamente fino alla morte, senza spaventarci per il numero dei nostri nemici”. Di questo coraggio il de Sales ne ha avuto molto affrontando, certamente lo ricorderete, i calvinisti durante la missione nello Chablais, quando era ancora un giovane prete. E anche da vescovo ha dovuto affrontate l’opposizione di tanti avversari sia tra il clero che tra la nobiltà del tempo. Non dobbiamo poi dimenticare (lo abbiamo detto più volte e…continueremo a farlo!), che il combattimento maggiore è quello che si affronta contro le tentazioni che la stessa società non smette di presentarci come “l’elisir di lunga vita”; aggiungiamo poi l’inclinazione a fare di testa nostra… Francesco non ci fa mancare il suo incoraggiamento: “Avremmo seriamente ragione di aver paura se contassimo soltanto sulle nostre forze, ma è nella forza di Dio, che ci è favorevole, che bisogna confidare (Rom 8,31), se combattiamo per amor suo, dicendo ad imitazione del suo Apostolo: Sono più forte quando mi sento più debole (2 Cor 12,10). E anche se commettiamo delle imperfezioni nel combattimento, non dobbiamo meravigliarcene e perderci di coraggio, finché avremo la volontà di correggerci”. Ancora una volta la nostra volontà viene chiamata in causa. E come potrebbe essere diversamente?
Preghiamo
Signore, dacci il coraggio e rendi saldi i nostri cuori e le nostre menti quando la tentazione assale. Non ti chiediamo di eliminarla dalla nostra vita, ma di aiutarci a superarla. Amen
Ed oggi, con rinnovato coraggio e impegno, affrontiamo il buon combattimento della fede. Buona giornata,
PG&PGR