Carissimi,
la quinta Esortazione che incontriamo si riferisce alla Domenica delle Palme (23 marzo 1614). Il Salesio esordisce dicendo: “Degno di ammirazione e ricco di meraviglie è il mistero di oggi, a motivo della sua grande semplicità esteriore” e facendoci notare che, nonostante l’accoglienza osannante che gli riserva il popolo di Gerusalemme, Gesù, per tale ingresso nella città santa, sceglie come cavalcatura…un’asina, animale ritenuto cocciuto, lento e, soprattutto pigro. Sarà vero? Non siamo certamente degli esperti in questo campo ma, conoscendo lo stile di Francesco, sappiamo che egli parte sempre da lontano per dare i suoi insegnamenti. E in effetti, tira in ballo la presunta pigrizia dell’asina per mettere in guardia il suo uditorio (e noi) proprio contro il vizio della pigrizia, o accidia che è uno dei sette vizi capitali dicendo che “Nostro Signore aborrisce” questo vizio”. A sostegno di ciò che dice cita il passo del libro dell’Apocalisse (3,15-16) nel quale si legge ciò che viene detto all’angelo (il vescovo) della chiesa di Laodicea che viene definito come “tiepido” in quanto, probabilmente, non era molto fedele al servizio che gli era stato affidato: “Conosco le tue opere; tu non sei né freddo né caldo…sei tiepido…per questo sto per vomitarti…”. Il Nostro sembra proprio essere particolarmente severo (probabilmente si riferiva a qualcuno in particolare, ma non sappiamo chi, ndr) e arriva a dire: “C’è una maledizione particolare per quelli che fanno negligentemente l’opera di Dio (Ger 48,10); sarebbe meglio essere completamente freddi, perché si finirebbe per conoscere la propria miseria avvertendo il proprio gelo, e ci si rivolgerebbe alla divina Maestà per essere aiutati”. In questo è particolarmente categorico, senza mezze misure, senza compromessi: O tutto, o niente; o il Cielo o l’inferno. Comunque, nel suo cuore di padre egli sa che in ogni anima, per quanto perversa possa essere, si annida in qualche angolino, qualcosa di buono…proprio come l’asina che, nonostante tutto, è un animale molto semplice e per questo il Signore l’ha scelta per il suo ingresso a Gerusalemme. Ecco la “semplicità esteriore” di cui si è fatto cenno all’inizio. Il Signore Gesù, così come agli apostoli, oggi raccomanda a noi la semplicità: prudenti come serpenti e semplici come colombe (Mt 10,16).
Preghiamo dicendo semplicemente,
Signore concedici il dono della semplicità…Amen.
Ma la Domenica delle Palme, chiederete? Beh, insieme al dono della semplicità chiediamo, oggi, anche quello della pazienza. Buona giornata,
PG&PGR