11 Ottobre 2024: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

la quarta Esortazione che troviamo nella raccolta curata da P. Balboni si riferisce alla seconda Domenica di Quaresima datata 23 febbraio 1614; una Pasqua molto bassa, quasi uguale a quella di quest’anno e il brano evangelico era, ed è ancora oggi, quello della Trasfigurazione (Mt 17,1-9). Francesco di Sales presenta questo evento in modo molto originale definendolo “sospensione di un miracolo”: quel miracolo divino dell’Incarnazione con la presenza, in Gesù, della natura divina e di quella umana, viene per un momento ”sospeso” permettendo alla natura umana del Signore di godere della gloria e della consolazione di quella divina. Certamente un concetto non facile da comprendere ma, per essere più chiaro e mettere questo evento in relazione alla nostra vita, Francesco fa quattro considerazioni che dovrebbero aiutarci a comprendere meglio il suo pensiero. La prima riguarda l’aspetto esteriore di Gesù in quel frangente: volto splendente più del sole, vesti più bianche della neve. Ed ecco l’applicazione che il Salesio ne ricava: “Ora, noi sappiamo che la nostra orazione è buona e che noi facciamo progressi nella stessa, se, ad imitazione di Nostro Signore, abbiamo il volto splendente come il sole e le nostre vesti bianche come la neve; voglio dire se il nostro volto riluce di carità e il nostro corpo di castità”. Qualcuno potrebbe pensare che la carità e la castità sono due cose diverse e ciò che Francesco dice è applicabile solo alle Visitandine che ascoltavano le sue parole. Sembrerebbe proprio di no e infatti aggiunge: “La carità è la purezza dell’anima, perché non può sopportare nel nostro cuore alcun affetto impuro…la carità e l’amore sono la stessa cosa” perché entrambe rifiutano ogni sorta di impurità e di imperfezione. E in tono ironico, forse guardando i volti del suo uditorio (e anche il nostro), aggiunge: “Se alla fine dell’orazione avete un volto immusonito e triste, è evidente che non avete fatto l’orazione come dovevate”. E noi? Proviamo a guardarci allo specchio dopo aver pregato…

Preghiamo con le parole della Liturgia che oggi ricorda il papa san Giovanni XXIII

Dio onnipotente ed eterno, che in san Giovanni XXIII, papa, hai fatto risplendere in tutto il mondo l’immagine viva di Cristo, buon pastore, concedi a noi, per sua intercessione, di effondere con gioia la pienezza della carità cristiana. Amen

Ed oggi proviamo a dedicare qualche minuto in più alla preghiera: ci scopriremo più raggianti. Buona giornata,

PG&PGR