Carissimi amici e amiche, vicini e lontani,
nella speranza che tutti abbiate avuto la possibilità di godere di un periodo di riposo e distensione lontano dalla calura e dall’afa delle nostre città, riprendiamo i nostri incontri quotidiani in compagnia e sotto la guida sicura del nostro caro san Francesco di Sales che, con le sue “Esortazioni”, ci aiuterà a riflettere maggiormente sui misteri della vita cristiana.
Nell’Introduzione P. Ruggero Balboni spiega molto bene il perché ha preferito al termine “Sermoni” (nome classico di quest’opera del Salesio), quello di “Esortazioni”. Sintetizziamo dicendo semplicemente che questo dipende dalla traduzione di “Prédications” o “Sermons” usato dal curatore delle opere del de Sales, il benedettino Dom Mackey. Il Balboni, inoltre, per meglio evidenziare la differenza tra “sermone” e “esortazione”, fa queste due osservazioni: la prima è che lo stesso Salesio le chiama “chiacchierate in famiglia” con le sue figlie (le suore della Visitazione); la seconda è che in un sermone (oggi si direbbe Omelia, ndr) non avrebbe mai detto: «Se ho tempo parlerò…», come si legge nella Esortazione del 21 aprile 1620, oppure: «…aggiungerò questo, visto che mi viene in mente» (17 febbraio 1622). Queste Esortazioni che, non esistendo una sigla ufficiale abbrevieremo semplicemente con Es (e nessuno ci impedisce di farlo!), coprono un arco di tempo di circa nove anni (1613-1622), se sono arrivate fino a noi lo dobbiamo alla solerzia di due suore della Visitazione di Annecy che hanno diligentemente trascritto tutto ciò che il Padre diceva loro nei vari incontri. Certo, se avessero avuto la possibilità di registrare il tutto…! Ma quel prezioso strumento era lungi dall’essere inventato (1856, forse).
Prima di passare al testo, concludiamo questo incontro di “ripresa” con le parole del “grande vecchio”: «Con questa traduzione siamo convinti di rendere un servizio non solo alle anime impegnate in un cammino di perfezione…, ma anche a quanti e quante, vivendo nel convulso mondo di oggi, ne avvertono il vuoto e cercano una parola amica che aiuti nella ricerca e nella scoperta di quei valori che sono i soli che meritano il nostro impegno…».
Ed ora, preghiamo
Signore, il Tuo messaggio d’amore ha attraversato i secoli e, tramite tanti tuoi testimoni, è giunto fino ai nostri giorni. Trasforma anche noi in autentici testimoni della Tua Parola perché Essa continui ad essere il punto di riferimento per tutti coloro che desiderano amarti sempre più. Amen
Ed oggi? Chiediamo al Signore il dono della perseveranza per ascoltare e cercare di mettere in pratica gli insegnamenti del santo vescovo di Ginevra, e della pazienza per continuare a leggere ciò che questi due preti di borgata scrivono. Buona giornata,
PG&PGR