7 Giugno 2024: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

“Per avere il desiderio dell’amore sacro occorre troncare gli altri desideri”. Questo è il titolo perentorio che Francesco dà al breve terzo capitolo. Inutile dire che con “altri desideri” si riferisce a quelli che sono d’intralcio all’amore di Dio o, quanto meno, distraggono da questo. Non si può certamente negare che quando ci si lascia attrarre troppo dai desideri terreni, difficilmente si riesce a fare spazio a Dio e a farlo agire nel nostro cuore. Il denaro, il potere, la concupiscenza e in generale l’amore sfrenato per le cose del “mondo” non possono fare altro che allontanarci da Lui. Non neghiamo certamente che ci sono dei desideri terreni più che legittimi, ma bisogna fare attenzione ricordando la parabola del seminatore: «Il seminatore uscì per seminare…una parte del seme cadde tra le spine; le spine crebbero, lo soffocarono e non diede frutto» (Mc 4,7). Le spine sono le preoccupazioni che si possono incontrare durante la vita, che monopolizzano i nostri pensieri e le nostre azioni e, spesso, soffocano la speranza. Nella prima parte di questo capitolo che, seppur breve, divideremo in due parti (ricordate il cucchiaino?), Francesco, per farci meglio comprendere il suo pensiero, si serve, com’è solito fare, di due esempi. Oggi ne ascolteremo uno: “Perché pensi, Teotimo, che in primavera, più che in altre stagioni, i cani perdano facilmente le tracce e la pista della selvaggina?  E’ perché, dicono i cacciatori e i filosofi, le erbe e i fiori sono in pieno rigoglio; tanto che la varietà dei profumi che emanano soffoca il fiuto dei cani così intensamente, che non riescono a distinguere e a seguire l’odore della preda tra tanti diversi profumi emanati dalla terra”. E’ quello che accade a tante anime, spiega il Nostro, che “in continua agitazione traboccano di desideri, disegni e progetti”, perdendo di vista il santo amore celeste “e non possono avvertire con chiarezza la traccia amorosa e le orme del divino Diletto”. Un grande Papa di tanti secoli fa, in una lettera, lamentava il fatto di lasciarsi spesso distrarre dalle questioni “politiche” alle quali doveva far fronte e non avere mai abbastanza tempo da dedicare alla meditazione e alla sua vita spirituale…Per oggi preferiamo fermarci qui.

Oggi, anche se è un giorno lavorativo, celebriamo la Solennità del Sacratissimo cuore di Gesù, un cuore che ha tanto amato il mondo da esserne trafitto.

Preghiamo con le parole della liturgia

O Padre, che nel Cuore del tuo dilettissimo Figlio ci dai la gioia di celebrare le grandi opere del tuo amore per noi, fa’ che da questa fonte inesauribile attingiamo l’abbondanza dei tuoi doni. Amen

In questo giorno che conclude le solennità post-pasquali, fermiamoci per un momento a pensare a quel cuore trafitto per amore di ognuno di noi. Buona giornata,

PG&PGR