3 Giugno 2024: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

eccoci qui per iniziare insieme il dodicesimo e ultimo libro del TAD che, come dice il titolo generale “Contiene alcuni consigli per il progresso dell’anima nel santo amore” e si compone di tredici capitoli, alcuni molto brevi e altri più estesi. Il primo ha questo titolo: ”Il progresso del santo amore non dipende dalla complessione naturale”, e questo per dire che a tutti è aperto il cammino di fede impregnato, guidato e sorretto dall’amore di Dio indipendentemente dalla sua natura e dalle sue attitudini. Francesco inizia “contestando” il pensiero di un “grande religioso” del suo tempo, di cui per correttezza non rivela il nome. Padre Ruggero Balboni, in nota, ci fa notare che in questo caso Francesco usa il termine “santo” anche se non condivide la sua opinione. Ecco come si esprime: “Un santo religioso del nostro tempo ha scritto che la disposizione naturale serve molto all’amore contemplativo e che le persone di complessione affettiva e portate ad amare, sono più adatte”. Ma questo, protesta il Nostro, porterebbe a pensare che Dio faccia delle discriminazioni favorendo coloro che hanno delle qualità naturali particolari. Certamente vi sono persone che, per loro natura, sono più portate alla contemplazione che all’azione, ma questo non le classifica come migliori delle altre. La santità, come ha già ben dimostrato nella “Filotea”, è per tutti e questo trova ampia conferma anche nella Sacra Scrittura e, in modo particolare, nel Nuovo Testamento: Gesù non ha scelto, per farne degli Apostoli, uomini culturalmente e spiritualmente preparati, ma dei semplici pescatori o appartenenti a categorie emarginate, ignoranti, zucconi e peccatori. Ciò che il Signore cerca nell’uomo e nella donna di ogni tempo è la loro disponibilità a mettersi in gioco e ad accogliere e vivere la sua Parola, ognuno secondo la propria indole e le proprie capacità fisiche, intellettuali e spirituali. L’intento di Francesco è sempre quello di dimostrare che Dio ci accoglie e ci ama come siamo parlando “dell’amore soprannaturale che Dio infonde nei nostri cuori per la sua bontà, e la cui sede è nella più alta vetta dello spirito; vetta che è al di sopra di tutto il resto della nostra anima e che è indipendente da qualsiasi complessione naturale”. Questo vale per ognuno di noi uomini e donne, religiosi/e e laici, chiamati sempre a rispondere a chiunque ci domandi ragione della nostra speranza (Cfr. 1Pt 3,15b).

Preghiamo

Signore, tu ci conosci profondamente, uno per uno; conosci le nostre possibilità e i nostri limiti. Infondi in tutti noi il coraggio cristiano per superare le difficoltà e la tentazione di arrenderci di fronte ad esse. Amen

Ed oggi, fidando un po’ di più nella forza dello Spirito, andiamo avanti con fiducia. Buona giornata,

PG&PGR