Carissimi,
nel capitolo settimo, molto breve e che affrontiamo oggi per intero, Francesco di Sales ci dice che “Bisogna aver cura di compiere le nostre azioni molto perfettamente”. Perfettamente? Qualcuno potrebbe obiettare che questo non è possibile in quanto la perfezione non è di questo mondo. Beh, certamente il nostro Autore intendeva dire “nel miglior modo possibile” e cita, riprendendolo da Origene, sant’Ambrogio e san Girolamo, un invito che Gesù avrebbe rivolto ai suoi discepoli, ma che non è riportato in nessun vangelo: «Siate buoni cambiavalute» che probabilmente quegli autori avevano ripreso dal profeta Geremia (15,19) e che potremmo semplificare col detto popolare “Non prendere lucciole per lanterne”. Chi è abituato a maneggiare i soldi facilmente saprà riconoscere, anche senza l’ausilio della tecnologia moderna, una banconota falsa e la separerà da quelle buone; allo stesso modo “se un’opera non è di buona qualità, se non è ornata di carità, se l’intenzione non è pia, non sarà posta tra le opere buone”. Il digiuno, sottolinea il de Sales, di per sé è un’opera buona, come lo sono l’elemosina e la preghiera; ma da che cosa è data la loro bontà? Dal desiderio di dimagrire? Dal volersi sentire “a posto” con la coscienza? Dall’abitudine? Tutto dipende dalla qualità e dai motivi che sono all’origine di qualsiasi opera di misericordia. Prosegue: “Compiere le piccole azioni con grande purezza di intenzione ed una forte volontà di piacere a Dio, vuol dire compierle in modo eccellente; in tal caso ci santificano molto”. Ricordate quella povera vedova che getta nel tesoro del Tempio solo qualche monetina? Poca cosa rispetto a quanto vi gettavano i “ricconi”. Ma Gesù commenta: «In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere» (Mc 12,43-44). Non è dunque la quantità a fare la differenza, ma la qualità. Avviandosi a concludere il capitolo il Salesio dice: “Ci sono molte anime che compiono numerose opere buone ma crescono molto poco in carità, perché le compiono con freddezza e fiaccamente, o per istinto e inclinazione naturale più che per ispirazione di Dio e fervore celeste”. Ma, aggiunge, ce ne sono anche di quelle (e cerchiamo di essere tra queste), “che non compiono grandi azioni, ma lo fanno con una intenzione santa…hanno poco talento, ma lo impiegano così fedelmente, che il Signore le ricompensa in abbondanza”. Ricordiamoci della parabola dei talenti (Mt 25,14-30).
Preghiamo
Signore, quanti talenti ci hai affidato? Tanti o pochi che siano aiutaci a metterli a frutto con amore e fa che, quando ci presenteremo davanti a Te, Tu possa chiamarci “servi buoni e fedeli”. Amen
Forse anche oggi ci capiterà di fare qualche piccola opera buona; per piccola che sia, facciamola col cuore. Buona giornata e buona domenica,
PG&PGR
N.B.
Siamo giunti alla metà del mese di giugno e, dunque, vi ricordiamo di esprimere il vostro parere sul “futuro” di questi incontri quotidiani. Grazie