13 Giugno 2024: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

siamo al sesto capitolo del XII libro che ha questo titolo: “Nella pratica del divino amore bisogna impiegare tutte le occasioni presenti”. Quante volte abbiamo sentito espressioni come queste: “se vincessi al superenalotto farei una grossa donazione per i poveri”; oppure: “se fossi io il Papa farei questo o quello”; e ancora, convinti che i preti non abbiano preoccupazioni: “se rinasco mi faccio prete”! Probabilmente, anche al tempo di Francesco, questo modo di pensare, era diffuso, tanto è vero che dice: “Ci sono persone che progettano di rendere grandi servizi a Nostro Signore con azioni eminenti e sofferenze straordinarie, ma azioni e sofferenze cui al presente non è data opportunità e a cui forse non sarà mai data; e con questo pensano di aver dato un grande segno d’amore”. Quanto è facile e illusorio farsi grandi a “chiacchiere”, cercare di apparire generosi e coraggiosi, sapendo bene che quelle occasioni non si presenteranno mai e, se si dovessero presentare, troverebbero qualche scusa per aggirarle. A Roma si chiamano “fanfaronate” e lo dimostra il fatto che, quasi sempre “per abbracciare grandi croci future, rifuggono con cura dal carico delle presenti che sono più piccole. E non è una grossa tentazione essere impavidi nell’immaginazione e vili nella realtà”. Ad ognuno di noi il Signore ha dato dei doni, delle possibilità; ha chiamato tutti a seguire la propria vocazione nella vita laicale o in quella religiosa e a tutti propone di essere parte attiva nella vita della Chiesa (il Sinodo ne è la dimostrazione!). Non ci basta questo? Eppure quei doni e quelle possibilità sono alla portata di tutti. E allora perché lasciarsi andare alla tentazione di dire: “Ah, se fossi io al posto di quello e di quella?” ben sapendo che la loro posto non ci saremo mai? Francesco, molto praticamente, ci mette in guardia: “Dio ci guardi da questi ardori immaginari, che nutrono molto spesso nel fondo dei nostri cuori la vana e segreta stima di noi stessi! Le grandi azioni non si trovano sempre nel nostro cammino, ma noi siamo in grado, in ogni momento, di compierne delle piccole, molto bene, ossia con grande amore”. Non possiamo qui, non pensare alle tante persone che per amore di Dio e delle loro comunità parrocchiali o religiose, si rendono disponibili per il lavori più umili che, però, sono tanto utili a tutti. A tutti questi fratelli e sorelle, diciamo grazie.

Oggi celebriamo la memoria di sant’Antonio di Padova, uno dei santi più amati in tutto il mondo cattolico. Forse non tutti sanno che, pur essendo culturalmente il più erudito di tutti i suoi frati, aveva assunto anche il compito di tenere in ordine e puliti gli utensili della cucina del convento…

Preghiamo

Dio onnipotente ed eterno, che in sant’Antonio di Padova, hai dato al tuo popolo un insigne predicatore e un patrono dei poveri e dei sofferenti, fa’ che per sua intercessione seguiamo gli insegnamenti del Vangelo e sperimentiamo nella prova il soccorso della tua misericordia. Amen

Probabilmente oggi non ci capiterà di fare “prodezze”, ma senz’altro avremo l’occasione di essere più gentili, più attenti agli altri e più solerti nelle nostre occupazioni… Auguri a tutti gli Antonio (e varianti femminili) che conosciamo. Buona giornata,

PG&PGR