11 Giugno 2024: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

sapevate che Francesco di Sales, come riporta in nota P. Ruggero, “ogni tanto amava cimentarsi in qualche composizione in versi? Purtroppo ci restano solo cinque sue composizioni molto brevi, tutte di argomento religioso, scritte tra il 1592 e il 1608”. Sembra impossibile, ma trovava anche il tempo per fare questo… Eccone una:

“Fugge la corte e lascia il palazzo, chi vuol vivere devoto;

raramente negli eserciti si trovano anime colme di pietà:

la fede, la santità sono figlie della pace”.

Anche oggi, raramente, coloro che abitano i palazzi del potere, vivono un profondo rapporto con Dio e spesso questo è causa del disagio di coloro che sono “sottoposti” a tale “potere”. Francesco, a proposito, ci riporta il Salmo 137 e cioè il “Canto degli esiliati:

«Sui fiumi di Babilonia, là sedevamo piangendo al ricordo di Sion. Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre. Là ci chiedevano parole di canto coloro che ci avevano deportato, canzoni di gioia, i nostri oppressori: “Cantateci i canti di Sion! ”.

Come cantare i canti del Signore in terra straniera?» (vv. 1-4)

Gli israeliti erano stati deportati a Babilonia (VII-VI sec. a.C.) ed erano divenuti schiavi come i loro antenati in Egitto al tempo di Mosè. Allo stesso modo, commenta ed esclama Francesco, “chi è schiavo dei favori della corte, del successo di palazzo, dell’onore delle armi, o Dio, è fatta! Non potrebbe cantare il cantico dell’amore divino”. Certamente non si può assolutizzare questa affermazione e la storia è piena di esempi che ce lo dimostrano: re, regine, principi, principesse, nobili di vario rango canonizzati o beatificati; non mancano, tra questi, uomini “d’armi” che, abbandonata la carriera militare, si sono dedicati al servizio di Dio. L’Autore ce lo conferma: “Chi non si trova a corte, in guerra, a palazzo che per dovere, Dio lo assiste e la dolcezza celeste gli serve di protezione per il cuore e lo preserva dalla peste che regna in quei luoghi”.

Certamente Dio protegge dal male che circonda l’uomo, ma ci chiede, comunque, di essere prudenti, come san Carlo Borromeo tra gli appestati di Milano; puri, come san Francesco nell’abbracciare i lebbrosi; giusti come il Beato Rosario Livatino, magistrato e vittima del proprio dovere; il servo di Dio Salvo D’Acquisto, vicebrigadiere dei carabinieri che immolò la sua vita in cambio di quella di molti civili dicendo: «Se muoio per altri cento, rinasco altre cento volte: Dio è con me e io non ho paura!»; e tanti, tanti altri. Il de Sales conclude il capitolo affermando che “Dio si prende cura di chi va a corte, a palazzo, in guerra solo per esigenze del loro dovere; e in questo non bisogna essere tanto timorosi da lasciare le buone e giuste occupazioni per paura, né così sprovveduti e presuntuosi, andandoci e rimanendoci senza l’evidente necessità del dovere e degli affari del proprio stato”.

Oggi celebriamo la memoria di san Barnaba, primo e fedele collaboratore di san Paolo

Preghiamo

O Padre, che hai scelto san Barnaba, pieno di fede e di Spirito Santo, per convertire i popoli pagani, fa’ che sia sempre annunziato fedelmente, con la parola e con le opere, il Vangelo di Cristo, che egli testimoniò con coraggio apostolico. Amen

 

Tutto quello che faremo di buono oggi, impegniamoci a farlo per amore di Dio. Buona giornata,

PG&PGR