Carissimi,
dopo aver imparato l’alfabeto e cominciato a sillabare, il maestro Francesco ci introduce a qualche cosa di più impegnativo parlandoci della “felicità soprannaturale della vita presente” e indicandoci “sette proprietà e perfezioni, quasi uguali alle sette che abbiamo elencato (ieri), che nella sacra Scrittura e negli scritti dei teologi sono chiamate Doni dello Spirito Santo”.
Esse, sottolinea il Nostro, non soltanto sono strettamente legate all’amore di Dio, ma “sono le principali virtù, proprietà e qualità della carità”. Ed ecco come le presenta: “ La sapienza non è altro che l’amore che assapora, gusta e sperimenta quanto Dio sia amabile e soave”. Come potete ben capire, questo dono non ha nulla a che vedere con la sapienza umana e l’erudizione. Dio, nei secoli, si è servito di tanti santi e sante che hanno avuto serie difficoltà di apprendimento come, ad esempio, il santo curato d’Ars, Giovanni Maria Vianney, san Giuseppe da Copertino, santa Bernadette. Per far conoscere il suo amore Dio si è certamente servito di grandi menti come Tommaso d’Aquino, Agostino e lo stesso Francesco di Sales, senza escludere, però, menti meno eccelse, più limitate, ma dal grande cuore. Procediamo: “L’intelletto, non è altro che l’amore attento a considerare e penetrare la bellezza della verità della fede, per conoscervi Dio in se stesso; e poi, discendendo, considerarlo nelle creature. Il pensiero non può non andare a san Francesco d’Assisi e al suo Cantico delle Creature: nel contemplare e lodare la bellezza di Dio l’ha saputa coniugare con la bellezza del creato e delle creature. Il terzo dono, a quanto osserva l’Autore, fa un percorso inverso: “la scienza, al contrario, non è altro che lo stesso amore che ci rende attenti a conoscere noi stessi e le creature, per farci risalire ad una più perfetta conoscenza del servizio dovuto a Dio”. Ci piace qui ricordare il professor Antonino Zichichi che, rispondendo ad un altro scienziato disse: «Dio esiste e la prova è l’universo. L’ateismo è la fede nel nulla e non rigore logico». L’uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio, come ben sappiamo e dunque possiamo dedurre che, essendo questi un riflesso di Dio e la natura una ulteriore dimostrazione della perfezione del Creatore, questi due elementi possono portare ad una maggiore conoscenza di Dio. Peccato, però, che l’uomo, tante e tante volte, svilisca se stesso e il mondo che lo circonda, senza, però, riuscire a svilire Dio. Non ve ne andate eh! Domani continueremo.
Preghiamo
Esulti sempre il tuo popolo, o Padre, per la rinnovata giovinezza dello spirito, e come oggi si allieta per il dono della dignità filiale, così pregusti nella speranza il giorno glorioso della risurrezione. Amen
Chiediamoci oggi: quali doni accetto e vivo più volentieri nella vita di tutti i giorni? Buona giornata,
PG&PGR