Carissimi,
eccoci al quindicesimo capitolo nel quale Francesco ci parla di come “La carità include i doni dello Spirito” e per rinverdire la memoria riprendiamo in mano il Catechismo della Chiesa Cattolica che, al n. 1845, così li elenca: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio. Prima di tutto l’Autore vuole introdurci ad una riflessione che coinvolge anche le quattro virtù cardinali dicendo: “Perché lo spirito umano segua agevolmente i movimenti e gli istinti della ragione per giungere alla felicità naturale, cui ha diritto di aspirare, vivendo secondo le leggi dell’onestà, ha bisogno…” Di cosa? Di riscoprire la propria naturale tendenza alla felicità attraverso il vivere onestamente e saggiamente; senza questo presupposto tutto il resto sarebbe vaga illusione. Dunque l’uomo ha bisogno…: “della temperanza, per reprimere le inclinazioni disordinate della sessualità; della giustizia, per rendere a Dio, al prossimo e a se stesso ciò che è dovuto; della fortezza, per vincere le difficoltà che si incontrano nel fare il bene e respingere il male; della prudenza, per discernere quali sono i mezzi più idonei per giungere al bene e alla virtù”. I più attenti si saranno accorti che queste, come dicevamo sopra, sono le quattro virtù cardinali e a queste il nostro Autore aggiunge tre dei doni “canonici” dello Spirito Santo: “la scienza, per conoscere il vero bene cui aspirare e il vero male da respingere; l’intelletto, per capire bene i primi e principali fondamenti o principi della bellezza e dell’eccellenza dell’onestà; e finalmente la sapienza per contemplare la Divinità sorgente di ogni bene”. Non sembra anche a voi una sorta di “escalation”? Dalla temperanza che tiene a bada certi temperamenti un po’ troppo…irruenti, alla sapienza che, attraverso la giustizia, la fortezza, la prudenza, la scienza e l’intelletto, ci suggerisce quale sia la vera sorgente del bene. E’ utile tenere presente che sopra Francesco ha parlato di “movimenti e istinti della ragione per giungere alla felicità naturale”. E in effetti questi riguardano la scelta dell’uomo, di qualunque uomo, per raggiungere quella serenità dello spirito che prepara la strada allo Spirito Santo che abita in noi. E’ come se Dio volesse rendere la nostra anima “duttile, malleabile, obbediente ai suoi divini movimenti e alle celesti aspirazioni, che sono le leggi del suo amore, nell’osservanza delle quali consiste la felicità soprannaturale della vita presente”; un passaggio calmo, calibrato, spirituale dalla felicità naturale a quella soprannaturale. Francesco agisce come un buon maestro che, prima di insegnare a leggere e a scrivere intere parole, insegna a riconoscere e scrivere una per una le lettere dell’alfabeto. Domani andremo avanti con la…lezione di grammatica spirituale.
Preghiamo
O Padre, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti, perché fra le vicende del mondo là siamo fissi i nostri cuori dove è la vera gioia. Amen
Anche se tutti noi abbiamo passato ormai da tempo l’età dell’alfabetizzazione, di fronte a Dio siamo sempre scolaretti. Buona giornata,
PG&PGR