Carissimi,
Francesco, continuando nella sua esposizione, dice che, qualche volta, può capitare che si venga “conquistati” da qualche ispirazione particolare: la purezza, la povertà evangelica, la spiritualità e la contemplazione, l’amore per il creato e le creature, ecc. Egli afferma che anche in questo, per quanto amabili e onesti possano esserne i motivi, bisogna sovrapporre quello dell’amore divino. Non ci stancheremo mai, alla sua scuola, di ripetere che è questo l’origine di ogni amore e se da Lui tutto nasce, a Lui tutto deve tornare: “Quando entriamo nell’esercizio delle virtù, dobbiamo ripetere spesso con tutto il cuore: Sì, eterno Padre, lo farò perché questo è stato sempre a te gradito fin dall’eternità”. Dio, senz’altro, gradisce tutte le nostre buone iniziative, ma c’è una affermazione del de Sales che potrebbe lasciarci un po’ perplessi: “ci sono uomini che amano perdutamente la bellezza di qualche virtù non solo senza amare la carità, ma disprezzando la carità”. Alcune correnti di pensiero del suo secolo, annoverano tra questi anche Origene che nel tentativo di conciliare la tradizione cristiana con la filosofia di Platone rasentò l’eresia; altra vittima di questa tendenza alla virtù quasi escludendo l’amore di Dio, fu Tertulliano che aderì al movimento dei “Montanisti” noto per la sua intransigenza. Diversi storici moderni, annota P. Ruggero Balboni, hanno cercato di riabilitare i due riuscendoci solo in parte. Altri gruppi, in epoche meno lontane, esaltando alcune virtù, diedero l’avvio ad eresie e deviazioni del cristianesimo. Francesco ne indica alcune: i Poveri di Lione, gli Entusiasti, i Messaliani, gli Euchiti. Chi erano costoro? Sempre in nota il “grande Vecchio” ci illumina: “I Poveri di Lione, detti anche Poveri di Cristo. Tale nome si dettero i compagni di Pietro Valdo che in Italia presero il nome di Poveri Lombardi, affiancandosi agli Umiliati”. Questi, dice Francesco, per lodare eccessivamente la mendicità, furono all’origine dei Movimento dei Valdesi (oggi presenti soprattutto in Piemonte nelle valli verso ovest: Val Pellice, Val Chisone e Valle Germanasca, n.d.r.). Francesco prosegue annotando che gli altri, per vanità, “abbandonarono l’amore per esaltare l’orazione”. Sempre in nota, P. Ruggero spiega: «Per Entusiasti si intendono genericamente coloro i quali affermano di trarre diretta ispirazione da Dio, rifiutando di sottostare alla direzione ed agli insegnamenti della Chiesa; i Messaliani appartenenti ad una antica setta originaria della Mesopotamia i cui nome deriva da una parola ebraica che significa preghiera; gli Euchiti, identificati da alcuni con i Messaliani e prendono il nome dalla parola greca euché (preghiera). Rifiutavano la legge del lavoro ed elemosinavano con impudenza». Torniamo a Francesco che, cita “La città di Dio” dove sant’Agostino riferisce che alcuni eretici “per esaltare la carità verso i poveri avvilirono la carità verso Dio, attribuendo tutta la salvezza degli uomini alla virtù dell’elemosina” dimenticando quello che dice san Paolo (1Cor 13,3): «Se anche distribuissi tutte le mie sostanze…ma non avessi la carità, nulla mi giova». Il capitolo termina con questa esortazione salesiana: “Riduciamo dunque tutte le virtù all’obbedienza della carità…il santo amore darà vita a tutte le virtù, rendendole tutte amanti amabili e più che amabili”.
Preghiamo
Dio onnipotente ed eterno, che nel Battesimo ci hai comunicato la tua stessa vita, fa’ che i tuoi figli, rinati alla speranza dell’immortalità, giungano con il tuo aiuto alla pienezza della gloria. Amen
Oggi facciamo un buon esame di coscienza chiedendoci se il bene che facciamo ha veramente le sue radici nell’amore di Dio. Buona giornata e buona domenica,
PG&PGR