25 Maggio 2024: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

continuando nella sua trattazione, Francesco dice che “L’amore divino e l’amor proprio si trovano nel nostro cuore come Giacobbe ed Eaù nel ventre di Rebecca”. Sono fratelli, anzi gemelli e, similmente ai figli di Isacco “provano antipatia e ripugnanza uno per l’altro”. Nel nostro cuore, infatti, avviene più o meno la stessa cosa, ma si deve avere il coraggio di credere alla Parola di Dio che “promette comandando, e comanda promettendo la vittoria del suo amore”.

Nel brano della Genesi (25,22-25) leggiamo le parole che il Signore rivolse a Rebecca che gli chiedeva il perché dello “scontro” che avveniva nel suo grembo tra i suoi figli: «Due nazioni sono nel tuo seno e due popoli nel tuo grembo si disperderanno; un popolo sarà più forte dell’altro e il maggiore servirà il più piccolo». La stessa cosa avviene nell’anima “che ha nel cuore due amori, di conseguenza ha due grandi schiere di movimenti, affetti e passioni”; e,  come nel grembo di Rebecca i gemelli urtandosi in continuazione le provocavano forti dolori, “così i due amori della nostra anima causano gravi sofferenze al nostro cuore”. Dovrebbe dunque accadere che l’amor proprio, sensuale, si ponga al servizio dell’amore di Dio…Siamo costretti ad usare il condizionale perché non sempre le cose vanno in questo modo. Quando l’amor proprio, mosso dalle passioni, a spintoni e gomitate, si fa strada nel nostro cuore, riesce a far tacere l’amore di Dio che, pur essendo il più forte, non si oppone alla volontà dell’uomo. La Storia Sacra ci dice che il popolo “cadetto”, guidato dal re Davide, sottomise gli Idumei, discendenti di Esaù. E Francesco si chiede: Quando avverrà dunque che l’amore sensuale serva l’amore divino? Risponde alla sua stessa domanda: “Sarà quando l’amore armato, giunto fino allo zelo, sottometterà le nostre passioni con la mortificazione e, ancor più, quando lassù nel cielo l’amore beato possiederà tutta la nostra anima in pace”. Il vero amore, quello che proviene da Dio, se vissuto con forza e convinzione, non “cederà le armi” all’amore vile, così come il bene avrà sempre una marcia in più di fronte al male. Ma questo, come dicevamo prima, dipende essenzialmente dalla nostra volontà.

Domani celebreremo la solennità della Santissima Trinità. Al Padre che ci ha creati, al Figlio che ci ha redenti e allo Spirito Santo che illumina e accompagna la nostra vita rivolgiamo il pensiero e la preghiera:

O Dio Padre, che hai mandato nel mondo il tuo Figlio, Parola di verità, e lo Spirito santificatore per rivelare agli uomini il mistero della tua vita, fa’ che nella professione della vera fede riconosciamo la gloria della Trinità e adoriamo l’unico Dio in tre persone. Amen

Ed oggi avremo la forza e la costanza di ostacolare ciò che in noi oppone resistenza all’amore di Dio? Speriamo proprio di sì. Buona giornata e buona festa della SS. Trinità.

PG&PGR