Carissimi,
la Chiesa oggi celebra la memoria, anche se stranamente solo facoltativa, di una delle sante più popolari ed invocate in Italia e in tanti altri paesi del mondo: santa Rita da Cascia, la “santa degli impossibili”…Affidiamoci a lei non solo quando chiediamo qualche “aiuto” particolarmente delicato, ma anche quando ci “scontriamo” con lo spirito del Vangelo che sembra essere molto lontano dal nostro. Ascoltiamo quello che ci dice Francesco di Sales nella seconda sezione del capitolo che abbiamo iniziato ieri: “La dilezione poi viene chiamata frutto, in quanto ci diletta, e noi ne godiamo la deliziosa soavità, come d’un vero frutto del paradiso, colto dall’albero della vita, che è lo Spirito Santo innestato sui nostri spiriti umani, e abitante in noi per sua infinita misericordia. Ma quando non solo ci rallegriamo di questa divina dilezione, godendone la deliziosa dolcezza, ma mettiamo in essa tutta la nostra gloria, come nella corona del nostro onore, allora essa non è solo frutto dolce al nostro palato, ma è anche beatitudine e felicità sommamente desiderabile, non soltanto perché ci assicura la felicità nell’altra vita, ma perché in questa ci fa gustare una contentezza di così inestimabile valore, che le acque delle tribolazioni e i fiumi delle persecuzioni non la possono spegnere”. Come è possibile questo? Possiamo capirlo solo nell’ottica evangelica e fidandoci delle parole del Salvatore che dichiara “Beati” coloro che la comune mentalità del mondo considera…disgraziati. Le otto Beatitudini che il Signore Gesù ci offre all’inizio del “Discorso della montagna” (Mt 5,3-12), non lo neghiamo, fanno a pugni con la mentalità corrente: non sono beati i ricchi, ma i poveri in spirito, coloro che subiscono umiliazioni, che piangono, le vittime dell’ingiustizia, chi soffre, chi è puro di cuore, misericordioso e mite, coloro che operano la pace. Tutto questo, nell’ottica evangelica è frutto di “santa dilezione” e Francesco afferma: “La santa dilezione è una virtù, un dono, un frutto ed una beatitudine”. In che modo? Domani ce lo spiegherà in modo più chiaro. Chiediamo l’intercessione di santa Rita e, soprattutto, chiediamole di aiutarci ad imparare ad avere più fiducia nelle parole del Salvatore, anche, e soprattutto, quando ci sembra impossibile metterle in pratica.
Dona a noi, Signore, la sapienza della croce e la fortezza, con le quali hai voluto arricchire Santa Rita, perché portando le sofferenze con Cristo, partecipiamo più intimamente al suo mistero pasquale. Amen
Oggi non vi proponiamo nulla di particolare se non ripensare alle parole dell’angelo Gabriele a Maria: «Nulla è impossibile a Dio». Buona giornata,
PG&PGR