Carissimi,
siamo giunti all’ultima parte del tredicesimo capitolo, ma prima di lasciare la parola al nostro maestro Francesco di Sales, crediamo sia opportuno dire qualcosa circa il culto mariano. Ma che c’entra, potrebbe chiedersi qualcuno, con ciò che è stato detto finora? C’entra, c’entra, fidatevi. Nel 1854, e precisamente l’8 dicembre, il papa Pio IX dichiarò essere dogma di fede per l’intera Chiesa cattolica, il concepimento immacolato di Maria (Immacolata Concezione) e questo fu accolto con molto entusiasmo anche perché riprendeva un’antica tradizione di alcuni secoli prima (Concilio di Basilea – 1439). Novantasei anni dopo, il primo novembre del 1950, Pio XII promulgò il dogma dell’Assunzione di Maria in anima e corpo. Gli anni Cinquanta furono pieni di fervore mariano che diede vita a diversi movimenti e manifestazioni che, però, per alcuni versi, furono troppo trionfalistici e devianti. La sana teologia ha sempre insegnato che ci sono tre tipi di culto: quello di dulia (venerazione) dovuto ai santi, quello di iperdulia (alta venerazione) dovuto alla Vergine Maria e quello di latria (adorazione) dovuto solo a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo e tutti i Pontefici che si sono succeduti dalla seconda metà del XX secolo fino ad oggi ci hanno indicato la giusta via per onorare degnamente la Santissima Vergine. Quanto abbiamo detto ci aiuterà a capire meglio il pensiero del de Sales che dice chiaramente: “Chi vuol piacere a Dio e alla Madonna fa molto bene; ma chi volesse piacere alla Madonna in modo uguale o più che a Dio, commetterebbe un disordine intollerabile, e gli si potrebbe dire quello che fu detto a Caino: «E’ vero che hai fatto l’offerta, ma l’hai mal distribuita, smetti, hai peccato» (Gen 4.7 nella versione dei Settanta). E’ giustissimo e doveroso, dunque, amare la Regina del Cielo, ma tale amore deve essere alimentato dal più grande amore dovuto al Re del Cielo. Anche gli angeli e i santi, continua il Nostro, amano la loro Regina, ma in forza dell’amore che hanno per Dio. L’amore per la creatura non può e non deve essere maggiore di quello per Colui che l’ha creata. Tutto ciò, evidentemente, nulla toglie alla devozione verso colei che “tutte le generazioni chiamano beata” e che è la madre più amante e più amata. A lei, con amore di figli, siamo riconoscenti per aver portato nel suo seno il Salvatore e a Lui siamo riconoscenti per avercela donata come madre. A Maria, vergine e madre, in questo mese di maggio a lei dedicato, rivolgiamo oggi la nostra preghiera
O Dio, che nella verginità feconda di Maria hai donato agli uomini i beni della salvezza eterna, fa’ che sperimentiamo la sua intercessione, poiché per mezzo di lei abbiamo ricevuto l’autore della vita, Amen
Ed oggi, in modo speciale, diciamo al Signore il nostro grazie per averci dato Maria come madre, maestra e modello di vita. Buona giornata,
PG&PGR