8 Aprile 2024: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

oggi la Chiesa celebra la Solennità dell’Annunciazione del Signore. Ma come, potrebbe dire qualcuno, non era il 25 marzo e cioè due settimane fa? Avrebbe ragione, ma quando, per una coincidenza, la solennità cade in tempi liturgici privilegiati (il 25 marzo era lunedì della Settimana Santa), viene spostata alla prima data disponibile. Detto questo riprendiamo il discorso interrotto sabato. Il nostro amico Francesco, nel suo spassionato ottimismo, è convinto che in quasi tutte le creature umane siano presenti delle virtù, anche piccole, che solo Dio, col calore del suo amore, può far germogliare. Servendosi di uno dei suoi soliti esempi dice che se “spargiamo nei giardini una grande quantità di seme e li copriamo tutti di terra quasi seppellendoli, fino a che il sole, più forte, li fa spuntare” essi produrranno foglie, fiori e, a loro volta, altri semi “di modo che un solo calore celeste causa tutta quella varietà di prodotti per mezzo dei semi che trova nascosti nel seno della terra”. La bontà di Dio, infatti, sparge in tutte le anime i semi delle virtù che spesso sono coperti dalle imperfezioni e dalle debolezze che oppongono resistenza all’opera di Dio. A volte è il carattere delle persone, altre le vicissitudini della vita che fanno da intralcio. Tornando all’esempio dei semi, qualcuno di questi potrebbe cadere vicino ad una pietra o ad una radice di qualche albero; farà certamente più fatica degli altri a germogliare, ma prima o poi ce la farà, magari prendendo altre direzioni. A questo proposito ci viene in mente il desiderio di “Pippo bono”, san Filippo Neri, che, dalla natia Firenze era venuto a Roma per portare a compimento il suo sogno: partire per qualche missione lontana. Ma la volontà di Dio era un’altra: Filippo sarà sì missionario, ma a Roma, nei quartieri più poveri e malfamati, tra i derelitti della città eterna; il seme della sua santità prese una direzione diversa da quella da lui desiderata. Dio guarda al cuore dell’uomo e ad ognuno propone il suo progetto. Sta dunque a noi accoglierlo e il Suo desiderio diventerà anche il nostro desiderio. Francesco ci offre anche l’esempio della manna che “conteneva in sé la varietà dei sapori di tutti i cibi e ne risvegliava il gusto in bocca agli Israeliti”. Allo stesso modo, aggiunge: “l’amore celeste comprende in sé la varietà delle perfezioni di tutte le virtù, in modo così eminente ed elevato e ne produce tutte le azioni a tempo e luogo, secondo le circostanze. Non vi sembra che in questo discorso trovi un posto privilegiato il mistero che oggi celebriamo? Maria, promessa sposa di Giuseppe, accetta che Dio “stravolga” i loro piani e quel “sì”, pronunciato nell’umile dimora di Nazareth, cambia la storia dell’umanità.

Preghiamo con le parole della liturgia odierna

O Padre, tu hai voluto che il tuo Verbo si facesse uomo nel grembo della Vergine Maria: concedi a noi, che adoriamo il mistero del nostro Redentore, vero Dio e vero uomo, di essere partecipi della sua vita immortale. Amen

Dio ha un piano per ognuno di noi. Sapremo accoglierlo oggi e, col suo aiuto, metterlo in opera? Buona giornata,

PG&PGR