Carissimi,
la filosofia e, soprattutto, la teologia, prosegue Francesco, ci assicurano quanto è stato detto finora riguardo alle virtù e ci invita a fare questa riflessione: “Rifletti, Teotimo, che prudenza può avere un uomo intemperante, ingiusto e pigro, se sceglie il vizio e lascia la virtù? E come può essere giusto, senza essere prudente, forte e temperante, se la giustizia non è altro che perpetua, forte e costante volontà di dare a ciascuno il suo, se la scienza del diritto si chiama giurisprudenza, e se per dare a ciascuno il suo bisogna vivere con sapienza e moderazione, tenendo lontani da noi i disordini dell’intemperanza, per dare a noi stessi quanto ci appartiene?”
Il termine virtù indica una forza e una energia che appartiene all’anima. E se appartiene all’anima non può includere determinati comportamenti ed escluderne altri: “La prudenza non è forse imprudente nell’uomo intemperante?” Come si fa ad essere prudenti se facilmente ci si lascia prendere dalla rabbia magari pronunciando parole offensive o lasciandosi andare ad azioni “violente”? Aggiunge il Nostro: “La fortezza senza prudenza, giustizia e temperanza non è più fortezza, ma prepotenza; e la giustizia è ingiusta nel pigro che non ha il coraggio di osservarla, nell’intemperante che si lascia trasportare dalle passioni, e nell’imprudente che non sa discernere fra la ragione e il torto”. Non è possibile praticare la giustizia essendo deboli, imprudenti e intemperanti, né essere prudenti senza essere decisi giusti e forti. E come si fa ad essere forti se non si è giusti? Insomma, afferma l’Autore con decisione, “una virtù non è virtù perfetta se non è accompagnata da tutte le altre virtù”. Certamente, ammette poi, non tutte le virtù possono essere esercitate insieme perché a volte non se ne ha l’occasione e tanti hanno fatto questa esperienza. Ci viene presentato l’esempio dei santi eremiti, primo fra tutti san Paolo di Tebe: “Quale occasione poteva avere di esercitare il perdono delle ingiurie, l’affabilità, la magnificenza e la cortesia?” vivendo da solo? Ma se ne avesse avuta l’occasione senz’altro avrebbe perdonato e sarebbe stato cortese e affabile. Si dice che “l’occasione fa l’uomo ladro”. Quanto è falsa tale affermazione! Se si è onesti, lo si è anche quando ci viene servita su un piatto d’argento l’occasione di non esserlo. Ci piace piuttosto pensare che ogni occasione contribuisce a fare l’uomo santo quando egli accetta, attraverso la ragione ed il cuore, di esserlo. Si dice anche che qualcuno nasca con delle virtù innate, ma questo non si riferisce a quelle spirituali, piuttosto a quelle naturali e materiali per le quali non è richiesto un grande sforzo. Le virtù vere, quelle di cui parla il nostro amico Francesco, si acquisiscono con l’impegno e l’aiuto di Dio.
Preghiamo
O Padre, che da ogni parte della terra hai riunito i popoli per lodare il tuo nome, concedi che tutti i tuoi figli, nati a nuova vita nelle acque del Battesimo e animati dall’unica fede, esprimano nelle opere l’unico amore. Amen
Quali occasioni si presenteranno oggi? Se sono cattive allontaniamole da noi, se sono buone accogliamole con amore. Buona giornata,
PG&PGR