30 Aprile 2024: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

ecco alcuni esempi ai quali abbiamo accennato alla fine del nostro incontro di ieri. Ve li riportiamo in ordine così come Francesco li presenta: “Guarda quell’uomo che assume un ufficio per servire il pubblico e per acquistare onori: se tende più agli onori che al servizio della cosa pubblica o è desideroso ugualmente di entrambi, agisce male ed è ambizioso, perché inverte l’ordine della ragione mettendo sullo stesso piano o preferendo il proprio interesse al bene pubblico”.

Quanto sarebbe causa di riflessione se ciò che dice l’Autore venisse letto e meditato da tanti pubblici amministratori e…anche da tanti appartenenti alle alte sfere ella Chiesa. Certo, ammette il de Sales, “se tendendo come fine principale al servizio del pubblico (o della Chiesa), gli riesce facile anche accrescere (ben s’intende onestamente), l’onore della sua famiglia, senza dubbio non lo si potrebbe biasimare, perché non soltanto i due fini sono onesti, ma sono anche ben ordinati”. Purtroppo, ai nostri giorni, non è facile trovare questo equilibrio. Altro esempio che, però, chiama in causa la nostra testimonianza cristiana nel rispetto del Precetto della Chiesa che dice di accostarci all’Eucarestia, dopo aver ricevuto l’assoluzione sacramentale, almeno a Pasqua: “Un altro fa la comunione a Pasqua per non essere biasimato dai vicini e per obbedire a Dio; chi può pensare che non faccia bene? Ma se fa la comunione nella stessa misura, o più ancora, per evitare il biasimo che per obbedire a Dio, chi può mettere in dubbio il suo non agire bene, poiché mette sullo stesso piano o antepone il rispetto umano all’obbedienza che deve a Dio”. Chissà che cosa direbbe Francesco di quello che accade, oggi, nelle nostre assemblee liturgiche, ed in modo particolare, ad esempio, durante le messe esequiali: nel novanta per cento dei casi, di fronte ad un defunto o una defunta sconosciuto/a, a parenti ed amici mai visti in chiesa, il celebrante “se la dice e se la canta” praticamente da solo…nessuno, o quasi, che risponda, almeno, “Amen” o che dica il Padre Nostro e, se aprono bocca, è per parlare tranquillamente col vicino di banco o per rispondere all’immancabile squillo del telefonino. E la cosa ancora più strana e triste è che se a quelle esequie partecipa qualcuno che normalmente frequenta la messa domenicale, per il cosiddetto “rispetto umano”, tace o sussurra, quasi per non mettere in imbarazzo i silenziosi parenti. Ma chi lo ha inventato ‘sto “rispetto umano”?

Preghiamo

O Padre, che nella risurrezione del tuo Figlio ci hai aperto il passaggio alla vita eterna, rafforza in noi la fede e la speranza, perché non dubitiamo mai di raggiungere quei beni che tu ci hai rivelato e promesso. Amen

Se il rispetto umano ci impedisce di dare buona testimonianza della fede che professiamo, oggi vi invitiamo caldamente ad essere “irrispettosi”. Buona giornata,

PG&PGR