Carissimi,
il dodicesimo capitolo ha un titolo apparentemente semplice: “In che modo l’amore genera lo zelo”. Perché apparentemente? Lo capiremo in seguito. Francesco inizia dicendo che l’amore tende sempre al bene della cosa amata “compiacendosi in essa se già lo possiede o desiderandolo se non ce l’ha”. Allo stesso modo, questo amore, genera l’odio del male della cosa amata. Si ama il bene, nostro o altrui, e allo stesso modo si odia il male. E “quando l’amore è ardente ed è giunto fino a voler togliere, allontanare e dirottare ciò che si oppone alla cosa amata, si chiama zelo; per cui, in parole semplici, lo zelo non è altro che l’amore ardente o piuttosto l’ardore che si trova nell’amore”. Lo zelo, cioè l’impegno e la sollecitudine, è un requisito essenziale per far bene le cose, tanto di più lo è per vivere l’amore di Dio. Non si può amare il Signore in modo svogliato, ansioso, forzato e pieno di tanti “se” e tanti “ma” in quanto “se l’amore è buono il suo zelo è buono, se l’amore è cattivo il suo zelo è cattivo”. Eh, sì, esiste anche uno zelo cattivo e basta aprire le pagine di un giornale per rendercene conto. Provate a pensare con quanto “zelo” dei banditi preparano una rapina in banca o, come è successo di recente, un assalto ad un furgone portavalori…! Francesco fa poi un accostamento che, ad una lettura superficiale, può sembrare fuori luogo, ma non lo è. Dice: “Quando parlo di zelo intendo parlare anche della gelosia, perché la gelosia è una specie di zelo, e, se non m’inganno, fra l’uno e l’altro vi è questa sola differenza, che lo zelo riguarda tutto il bene della cosa amata, cercando di rimuoverne il male contrario, e la gelosia riguarda il bene particolare dell’amicizia, per respingere tutto ciò che le è contrario”. Quando le nostre attenzioni sono rivolte alle cose mondane, spiega, lo zelo per possederle, spesso sfocia nell’invidia. Ma quando si ha un desiderio ardente di essere amati “lo zelo, ossia l’ardore di tale amore, diventa gelosia poiché l’amicizia umana, benché sia una virtù, ha questa imperfezione a motivo della nostra limitatezza; se è partecipata a molti, ognuno ne riceve di meno. Ecco perché l’ardore o zelo che abbiamo di essere amati non può soffrire che abbiamo dei rivali o compagni; e se ci immaginiamo di averne, entriamo subito nella passione della gelosia che, senza dubbio, ha sì qualche rassomiglianza con l’invidia, ma non per questo cessa di essere molto diversa”. Il de Sales ha un’altissima considerazione dell’amicizia e forse, certe sue espressioni, potrebbero sembrarci esagerate. Ma teniamo sempre ben presente che scaturiscono dalla sua profonda conoscenza dell’animo umano.
Preghiamo
Signore, vogliamo pregarti per i nostri amici, quelli vicini e quelli lontani; benedicili, proteggili, sorreggili e fa’ che il loro amore per te cresca di giorno in giorno. Amen
Ed oggi una preghiera particolare per tutti i nostri amici. Buona giornata,
PG&PGR