9 Gennaio 2024: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

il terzo capitolo ha un lungo titolo che prelude ad un corposo testo che divideremo in più parti. Ecco il titolo: “Come, pur essendo tutto il cuore impegnato nel sacro amore, sia tuttavia possibile amare Dio in modo diverso e amare anche molte altre cose insieme a Dio”. Come certamente saprete (e se non è così ve lo diciamo noi) nel libro del Deuteronomio (6,5) troviamo il comandamento dell’amore di Dio: “Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le tue forze” e nel libro del Levitico (Cfr. 19,18) questo amore è allargato anche al prossimo. Scrive il de Sales: Chi dice tutto, non esclude nulla; nondimeno, uno non cesserà di essere tutto di Dio mentre è tutto di suo padre, tutto di sua madre…tutto dei figli, tutto degli amici, di modo che, appartenendo tutto a ciascuno, apparterrà tutto a tutti”. Dio non monopolizza l’amore, ma lo dilata, chiedendoci di aprirci al nostro prossimo. L’uomo si dona completamente per mezzo dell’amore e “si dona tutto nella misura in cui ama: appartiene dunque sommamente a Dio quando ama sommamente la sua divina bontà; e quando si è donato in questo modo non può amare nulla che possa distogliere il suo cuore da Dio e nessun amore allontana mai il nostro cuore da Dio se non quello che gli è contrario”. Non è certamente contrario all’amore di Dio quello per la famiglia, per la comunità, per gli amici, ma è contrario a questo amore quello smodato per il denaro, il potere, per il proprio “io”. Gesù ha detto: «Non potete servire a Dio e a mammona» dove con questo termine si riferisce a tutto ciò che può opporsi a Lui. Certo, il denaro e la ricerca di una posizione sociale dignitosa sono beni importanti per la vita quando rispondono ai criteri dell’onestà, ma diventano pericolosi quando si raggiungono attraverso mezzi disonesti o, addirittura violenti. A questo bisogna opporsi con tutte le forze. Francesco ci offre l’esempio di Sara moglie di Abramo che non si oppone al fatto che Isacco giochi con Ismaele, ma si irrigidisce quando quest’ultimo si diverte a maltrattare il fratellastro (Cfr. Gen 21,9-10) e commenta: “La divina bontà non si offende nel vedere in noi altri amori insieme al suo, finché conservano nei suoi riguardi il rispetto e la sottomissione dovuta”. Dio, è vero, è un Dio geloso (Es 20,5), ma non del bene che facciamo, bensì geloso, anzi gelosissimo, del male che potremmo fare.

Preghiamo

Il tempo Ordinario che già ieri abbiamo iniziato, ci faccia riscoprire sempre più ciò che di straordinario può esserci nell’ordinarietà della vita seguendo le orme di quella terrena del Salvatore. Amen

Per questo viviamo il nostro tempo nell’ordinario dell’oggi senza dimenticare che siamo chiamati allo…straordinario di Dio. Buona giornata,

PG&PGR