30 Gennaio 2024: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

cosa ne dite della storia che Francesco ci ha raccontato? Ecco la sua reazione: “Sventurato Sapricio, oseresti dire che amavi Dio come bisogna amar Dio, se non anteponevi la sua volontà alla passione dell’odio e del rancore, che provavi contro il povero Niceforo? Voler morire per Dio è il più grande, ma non certo il solo atto della dilezione dovuta a Dio; e volere questo solo atto, escludendo gli altri, non è carità, ma vanità.

La carità non è capricciosa, eppure lo sarebbe grandemente se, volendo piacere al diletto nelle cose di estrema difficoltà, permettesse poi di dispiacergli nelle più facili. Come può voler morire per Dio chi non vuol vivere secondo la sua volontà?” Pensiamo per un momento alla terza richiesta che facciamo nel Padre Nostro: “sia fatta la tua volontà”. Tante volte lo diciamo senza pensarci troppo, quasi non ci riguardasse direttamente. Ma ci riguarda, eccome! Torniamo ancora al testo che dice: “uno spirito equilibrato, pronto a subire la morte per un amico, senza dubbio, subirebbe qualunque altra cosa”. Il perdono delle offese, l’aiuto nelle necessità, qualche buon consiglio, spendere un po’ del proprio tempo con chi è solo e tutte le altre opere di misericordia, sono azioni semplici che pur non avendo lo stesso valore del dare la vita, rispondono comunque alla volontà di Dio. “Ma lo spirito umano – prosegue l’Autore – è debole, incostante e bizzarro; ecco perché qualche volta gli uomini preferiscono morire che subire altri tormenti, anche più leggeri, e danno volentieri la loro vita per soddisfazioni estremamente sciocche, puerili, insulse”. Ci vengono in mente alcune “bravate” di quei giovani che si cimentano in imprese assurde per dimostrare il loro coraggio e pagano con la vita; o chi, inseguendo uno stato di “beatitudine” assume sostanze stupefacenti o, ancora, chi per dimenticare qualche dispiacere si attacca all’alcool. Non si accorgono che non fanno altro che mettere a repentaglio la propria esistenza terrena. A tale proposito il de Sales riporta ciò che Tacito, uno storico romano, scrive negli “Annali”: “Agrippina (madre di Nerone ndr.), sentendo che il bambino che portava nel seno sarebbe diventato certamente imperatore, ma l’avrebbe fatta in seguito morire, disse: «Mi uccida pure, disse, purché regni». Osserva, ti prego, il disordine di questo cuore follemente materno: preferisce la dignità del figlio alla propria vita.” Da questo possiamo anche capire da chi Nerone abbia ereditato la sua follia! Seguono altri esempi di personaggi storici che hanno preferito la morte alla sconfitta, Cleopatra e Marco Porcio Catone, e Lucrezia, nobildonna romana che scelse di togliersi la vita per non sopportare il disonore di una colpa mai commessa. A volte ci chiediamo dove Francesco trovasse il tempo per documentarsi su certi fatti; eppure Google ancora non esisteva!!! Ecco come conclude il capitolo: “Quanti morirebbero volentieri per i loro amici, e tuttavia non vorrebbero vivere al loro servizio né obbedire alla loro volontà! Vi è chi espone la vita, ma non esporrebbe la borsa. E sebbene si trovino molti che in difesa dell’amico rischierebbero la vita, non si troverà più di uno in un secolo che per chicchessia voglia mettere a repentaglio la propria libertà o perdere un’oncia della reputazione o della fama più vana e più inutile di questo mondo”.

Preghiamo

Signore, ancora una volta, accogli questa nostra preghiera: quando il nemico assale, quando l’egoismo e la superbia sembrano avere il sopravvento sulla fede, quando ci sentiamo abbandonati, salvaci Signore da noi stessi. Amen

Oggi potremmo ripensare a qualche episodio spiacevole della nostra vita e ringraziare ancora il Signore per averlo vissuto senza perdere la fede…e la vita. Buona giornata,

PG&PGR