Carissimi,
non sappiamo quale fu il torto che Niceforo aveva fatto all’amico Saprizio e forse non lo sapremo mai. Sta di fatto che Saprizio sembra accettare il martirio, ma la sua superbia gli impedisce di perdonare l’amico. Era vera amicizia? Un saggio ha detto: “L’amicizia che ha avuto termine, non è mai stata tale”. Andiamo avanti con la narrazione:
“Niceforo, appena venne a conoscenza della cosa, accorse subito, e, incontrato il suo Sapricio, prosternandosi in terra gridava forte: «Deh, o martire di Gesù Cristo, perdonami l’offesa che ti ho fatto!» Ma Sapricio non vi fece caso, per cui il povero Niceforo, precedendolo rapidamente per un’altra via, gli fu di nuovo davanti con la medesima umiltà a scongiurarlo che gli perdonasse, dicendo: «O martire di Gesù Cristo, perdonami l’offesa che ti ho arrecato, sono infatti un uomo soggetto a mancare. A te ormai ecco che è data dal Signore una corona per non aver rinnegato, anzi per aver confessato il suo santo nome dinanzi a molti testimoni». Ma Sapricio, continuando nella sua fierezza, non lo degnò di una parola; solo i carnefici, ammirando la perseveranza di Niceforo, dissero: «Non abbiamo mai visto un matto come te. Costui sta per morire, che bisogno hai del suo perdono?» Al che Niceforo rispose: «Voi non sapete che cosa io domandi a questo confessore di Gesù Cristo, ma lo sa Dio».
Intanto il martire giunse al luogo del supplizio e Niceforo, gettatosi un’altra volta a terra dinanzi a lui: «Ti scongiuro, diceva, o martire di Gesù Cristo, di volermi perdonare, perché sta scritto: Chiedete e vi sarà dato». Neppure queste parole valsero a piegare il cuore duro e ribelle dell’infelice Sapricio, che, rifiutando ostinatamente di usare misericordia al prossimo, fu a sua volta, per giusto giudizio di Dio, privato della gloriosissima palma del martirio. Infatti, quando i carnefici gli comandarono di inginocchiarsi per essere decapitato, cominciò a perdersi d’animo ed a cedere davanti a loro, fino a fare da ultimo questo deplorevole e vergognoso atto di sottomissione: «Ah, di grazia, non mi tagliate la testa! Farò subito quello che comandano gli Imperatori e sacrificherò agli dèi»”. (continua)
Certamente la vita, propria e altrui, è una cosa sacra, ma il paradiso pullula di martiri che hanno creduto alle parole di Gesù: «Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà» (Lc 17,33)
Oggi la Chiesa celebra La Conversione di San Paolo e con tutta la Chiesa preghiamo
O Dio, che hai illuminato tutte le genti con la parola dell’apostolo Paolo, concedi anche a noi, che oggi ricordiamo la sua conversione, di essere testimoni della tua verità e di camminare sempre nella via del Vangelo. Amen
Ed oggi? Se avremo l’occasione di offrire il perdono a qualcuno, facciamolo col cuore. Buona giornata,
PG&PGR
P.S. Una preghiera particolare per PGR che oggi ricorda il suo 38° anniversario di ordinazione sacerdotale.