24 Gennaio 2024: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

sono passati più di 400 anni dalla morte di san Francesco di Sales, ma la sua freschezza non ha subito i danni dell’invecchiamento e suoi scritti, ancora oggi, sono di una attualità incredibile continuando ad animare e istruire generazioni di discepoli. In questo giorno a lui dedicato iniziamo l’ottavo capitolo che si presenta con questo titolo: “Storia memorabile per far ben comprendere in che cosa consista la forza e l’eccellenza del sacro amore”. Essendo un capitolo corposo, come facciamo di solito in questi casi, lo divideremo in più sezioni. Si tratta di una storia della quale vi presenteremo integralmente il testo senza nostre “incursioni”. Dopo un breve cappello nel quale il Salesio sottolinea, ancora una volta, che l’amore di Dio “deve sorpassare tutti gli affetti, vincere tutte le difficoltà e preferire l’onore della benevolenza di Dio ad ogni altra cosa…senza alcuna riserva ed eccezione. Lo ripeto con tanta insistenza, perché ci sono persone che lascerebbero volentieri i beni, l’onore e la vita per Nostro Signore, ma che per lui non abbandonerebbero qualche altra cosa di pregio molto minore”. Ed ecco la storia che ci trasporta indietro al terzo secolo dopo Cristo:  

“Ai tempi degli imperatori Valeriano e Gallo (probabilmente si tratta di Galliano, figlio di Valeriano, ndr) vivevano in Antiochia un prete di nome Sapricio e un laico chiamato Niceforo, i quali erano ritenuti fratelli per l’intima e lunga amicizia che li legava. Ma accadde un giorno che, non so per quale motivo, cessò la loro amicizia, e, come avviene spesso, fu seguita da un odio ancora più ardente, che durò per qualche tempo fra loro, finché Niceforo, riconoscendo la sua colpa, cercò tre volte di riconciliarsi con Sapricio, facendogli giungere da parte sua — per mezzo ora di uno ora di un altro dei comuni amici — tutte le parole di soddisfazione e di sottomissione che poteva desiderare. Ma Sapricio, inflessibile a questi inviti, rifiutò sempre la conciliazione con superbia pari all’umiltà che Niceforo aveva nelle sue domande. Finalmente il povero Niceforo, pensando che se Sapricio lo avesse veduto prostrato dinanzi a chiedergli perdono sarebbe rimasto più vivamente colpito, andò a trovarlo in casa e gettandosi coraggiosamente ai piedi: «Padre mio, gli disse, deh, perdonami, te ne supplico, per amore del Signore». Ma quell’umiliazione fu disprezzata e respinta come le precedenti. Scoppiò intanto una violenta persecuzione contro i cristiani, e Sapricio, arrestato con gli altri, fece meraviglie nel sopportare numerosi tormenti per la confessione della fede, specialmente quando fu terribilmente torturato con uno strumento appositamente costruito, in forma di vite di torchio, ma senza che perdesse la costanza. Il governatore di Antiochia perciò irritato al sommo, lo condannò a morte; dopo di che venne tratto pubblicamente di prigione per essere condotto al luogo in cui doveva ricevere la gloriosa corona del martirio”. (continua)

Preghiamo con le parole della liturgia di san Francesco di Sales

O Dio, tu ha voluto che il santo vescovo Francesco di Sales si facesse tutto a tutti nella carità apostolica: concedi anche a noi di testimoniare sempre, nel servizio dei fratelli, la dolcezza del tuo amore. Amen

Ed oggi? Beh, attendete la seconda puntata. Buona giornata,

PG&PGR