Carissimi,
il nostro amico Francesco, sempre preoccupato che le sue parole siano ben comprese, nel capitolo settimo ci offre un “Chiarimento sul capitolo precedente”. Dice, infatti, che “non sempre è possibile sapere chiaramente, e mai con assoluta certezza, perlomeno una certezza di fede, se si possiede il vero amore di Dio, necessario per la salvezza;
ma ci sono molti segni, tra i quali il più sicuro, e quasi infallibile, si manifesta quando qualche grande amore per le creature si oppone ai disegni dell’amore di Dio”. L’amore per le creature, persone, cose o situazioni, se è veramente amore, non può essere in opposizione al comandamento di amare Dio sopra ogni cosa, visto che Lui ne è l’origine e il fine ultimo. Vogliamo fare un esempio pratico e molto comune? Facciamolo: un giovane e una giovane si amano “alla follia” ed, essendo credenti, considerano questo amore un dono di Dio. Ma questo amore li porta a fare qualche passo di troppo prima del matrimonio…Beh, ci siamo capiti! Così gli angeli ribelli, spiega il Nostro, che hanno subordinato l’amore di Dio al loro folle desiderio di essere come Dio. Ma sulla loro strada c’era san Michele che “esortando i suoi compagni alla fedeltà che dovevano a Dio, gridò ad alta voce: Chi come Dio?”. Chi, sentendosi cristiano può anteporre il proprio tornaconto all’amore di Dio? Lucifero voleva essere come Dio; con le loro scelte sbagliate tanti uomini vorrebbero la stessa cosa. Incontreranno sulla loro strada un Michele che li farà ragionare? L’Autore continua con una constatazione amara dicendo che a volte “gli amori per le cose create vogliono attirare il nostro spirito dalla loro parte per renderci disobbedienti alla divina Maestà”. E’ quello che accade quando lasciamo che il peccato e il maligno si fanno spazio in noi. Ma se l’amore che nutriamo per Dio è veramente tale e forte, “come un altro Michele”, si opporrà e, come Michele, sconfiggerà il male e continuerà a gridare nel nostro cuore: Chi è come Dio? Tra i vari personaggi dell’Antico Testamento che hanno sconfitto il male, l’Autore cita Giuseppe, il figlio di Giacobbe venduto come schiavo dai suoi fratelli e per la sua bontà d’animo ed intelligenza diventa il sovrintendente della casa di Potifar, dignitario del re d’Egitto (Cfr. Gen cap. 39). Doveva essere un bel ragazzo tanto che la moglie di Potifar si invaghisce di lui; Giuseppe deve fare una scelta: tradire il suo padrone cadendo tra le braccia della moglie di lui o essere fedele a Dio e al suo padrone? «Come potrei perpetrare un tale crimine e peccare contro il mio Dio?» (Cfr vv. 8-9) dice alla donna seduttrice. Per oggi chiudiamo con questa affermazione del de Sales: “Tra tutti gli amori, quello di Dio deve essere il preferito in misura tale da essere pronti a lasciare tuti gli altri per quello solo”.
E’ quello che ha fatto santa Agnese la cui memoria, anche se era domenica, ricorreva ieri.
Preghiamo
Dio onnipotente ed eterno, che scegli le creature miti e deboli per confondere le potenze del mondo, concedi a noi, che celebriamo la nascita al cielo di sant’Agnese vergine e martire, di imitare la sua eroica costanza nella fede. Amen
Ed oggi, se qualche tentazione dovesse fare capolino, invochiamo san Michele con le sue stesse parole “Chi è come Dio”? Buona giornata,
PG&PGR