12 Gennaio 2024: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

siamo al quarto capitolo, anch’esso corposo come il precedente, al quale Francesco assegna questo titolo: “Dei due gradi di perfezione nei quali questo comandamento può essere osservato in questa vita mortale”. Il comandamento, è bene ricordarlo visto che la memoria qualche volta gioca brutti scherzi, è quello di amare Dio sopra ogni cosa. Dopo aver menzionato i tre re, Davide, Ezechìa e Giosìa, l’Autore chiama in causa il re Salomone, celebre per la sua saggezza e al quale è attribuito il testo del Cantico dei Cantici: “Mentre il grande re Salomone, godendo ancora dello Spirito divino, componeva il sacro Cantico dei Cantici, aveva, secondo la consuetudine allora tollerata, un gran numero di donne e di fanciulle dedite al suo amore in vari modi e a diverso titolo”. Con l’inciso “godendo ancora dello Spirito divino”, Francesco intende sottolineare che il comportamento di Salomone, specialmente verso l’età matura, non fu proprio esemplare. Ma veniamo alla descrizione di questo harem del sovrano: “Ce n’era una che era la sola amica totalmente perfetta, rarissima, come una colomba singolare, alla quale le altre non potevano essere paragonate, e che perciò egli chiamava col suo nome, Sulamita”. E’ quella che nel quinto Poema del Cantico viene descritta al capitolo 6, e in modo particolare ai versetti 7,8 e 9. Dopo questa, con una sorta di ordine gerarchico, “ce n’erano poi sessanta che, dopo di quella, godevano del primo livello di stima e di onore ed erano chiamate regine”. E come se non bastasse: “dopo queste c’erano altre ottanta…quali rispettabili e legittime amanti” e per finire, si fa per dire, “c’erano giovani fanciulle senza numero, in attesa, quasi come un vivaio, per sostituire le precedenti man mano che venivano a mancare”. Povero Salomone! Il Salesio cerca di mettere un po’ d’ordine e, attribuendolo a Salomone, prende in esame le varie categorie descrivendo “le diverse perfezioni dell’anima che in avvenire avrebbero dovuto adorare, amare e servire il grande re pacifico, Gesù Cristo, nostro Signore. E qui elenca una serie di situazioni e di personaggi non meglio identificati. Preferiamo, però, rimandare a domani questo singolare parallelismo.

Preghiamo

Signore, conserva anche in noi il tuo Santo Spirito che ha animato la vita di tanti tuoi fedeli servitori e donaci la grazia di poter camminare sempre e con amore verso di te. Amen

Il Cantico dei Cantici è un canto d’amore. Impegniamoci, oggi, perché diventi il cantico della nostra esistenza. Buona giornata,

PG&PGR