23 Dicembre 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

san Francesco di Sales, avviandosi alla conclusione del capitolo, e con esso, del nono libro del TAD, volendo insistere sulla necessità di piacere a Dio più che a se stessi e alle nostre, seppur buone abitudini, cita, come aveva fatto in passato, la figura di Eleazaro, servo di Abramo, incaricato di trovare una sposa idonea per il figlio Isacco. Quel servo fedele diede ciò che portava in dono alla bella Rebecca che diventerà la sposa di Isacco e madre di Giacobbe ed Esaù (Cfr. Gen 24,22-53). Facendo un parallelismo, commenta l’Autore: “Per la sposa del Salvatore ci vogliono abiti nuovi: se essa per amore di lui si è spogliata del suo antico affetto per i genitori, la patria, la casa, gli amici, è necessario che abbia un affetto interamente nuovo, con cui amare tutte queste cose nel debito modo, non più per motivi umani, ma perché lo sposo celeste lo vuole, lo comanda e così intende che sia, e perché ha posto un tale ordine nella carità”. Ieri abbiamo accennato allo “spogliarsi dell’uomo vecchio”, ma chi si spoglia del “vecchio affetto per le consolazioni spirituali, per gli esercizi della devozione, per la pratica delle virtù…deve rivestirsi di un altro affetto tutto nuovo, amando tutte quelle grazie e quei favori celesti, non più perché perfezionano e ornano il nostro spirito, ma perché il nome di Nostro Signore ne viene santificato, il suo regno arricchito, il suo beneplacito glorificato”. Riflettiamo un momento: quando preghiamo il Padre Nostro, cosa diciamo nella prima parte? “Sia santificato il tuo Nome, venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà”. Sono parole del Signore Gesù che ci invita a non sprecare parole cercando formule ben articolate che servono a poco. Non si santifica il nome di Dio con le parole, ma con i fatti; non si costruisce il regno di Dio con buoni propositi, ma facendoli diventare realtà; non si compie la volontà di Dio se non pieghiamo a questa la nostra volontà. Tutti noi siamo invitati a chiedere, sull’esempio di san Paolo e di San Francesco d’Assisi: Signore cosa vuoi che io faccia? Dice ancora il Salesio: “Teotimo, chi ha lasciato tutto per Dio, non deve ripigliare nulla se non come Dio vuole: non nutre più il corpo se non come Dio ordina, perché serva allo spirito; non studia più se non per giovare al prossimo e all’anima propria, secondo l’intenzione divina; pratica le virtù non secondo che gli va a genio, ma secondo il desiderio di Dio”. Il libro nono termina con una delle espressioni più forti del Cantico dei Cantici (8,6): “L’amore è forte come la morte”. Chi ama è pronto a morire a se stesso per risorgere nell’uomo nuovo, simile al Salvatore.

Carissimi, ci lasciamo con queste parole nell’augurio che la nuova nascita dell’Emmanuele, il Dio con noi, che celebreremo domani notte, sia una vera rinascita per ognuno di noi.

Preghiamo

O Dio, che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine, e in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti, fa’ che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio, che ha voluto assumere la nostra natura umana. Amen

A  tutti voi, alle vostre famiglie e alle vostre comunità, i nostri più cari auguri per un Natale di rinascita e il nuovo anno porti a tutti serenità e pace. Ci ritroveremo, a Dio piacendo, martedì 2 gennaio 2024.

Con affetto,

PG&PGR