Carissimi,
andiamo avanti, sempre col secondo capitolo, su questo, diciamolo pure, spinoso argomento delle tribolazioni. Francesco di Sales dice che gli Stoici “facevano consistere tutta la loro filosofia nell’astenersi e nel sostenere, nel rinunziare e nel sopportare: astenersi e rinunziare ai piaceri, alle voluttà e agli onori terreni; sostenere e sopportare le ingiurie, i travagli e gli incomodi”.
Senz’altro ammirevole questo comportamento, ma il cristiano, prosegue l’Autore, ha una marcia in più: “La dottrina cristiana, che è la sola vera filosofia, ha tre principi, sui quali fonda tutta la sua applicazione: rinnegamento di sé, che è ben più che astenersi dai piaceri; portare la propria croce, che è ben più che sopportarla; seguire il Signore, non solamente nel rinnegare se stesso e nel portare la propria croce, ma anche nel fare ogni sorta di opere buone”. L’amore per Dio e per il prossimo, lo sappiamo, si dimostra con l’abnegazione e l’azione, ma ancor più nella sofferenza. Infatti, dice ancora Francesco: “Senza dubbio, nella Sacra Scrittura, lo Spirito Santo indica il momento più alto dell’amore di Nostro Signore nei nostri confronti, nella passione e morte che ha sofferto per noi”. Poco prima aveva accennato a tre princìpi sull’amore alla volontà di Dio; eccoli: “Amare la volontà di Dio nelle consolazioni è amore buono, quando si ami veramente la volontà di Dio e non la consolazione nella quale si manifesta; tuttavia è un amore senza contraddizione, senza ripugnanza e senza sforzo, perché chi non amerebbe una così degna volontà in un soggetto tanto piacevole?” Questo costituisce il primo passo che è il meno impegnativo; il secondo: “Amare la volontà divina nei suoi comandamenti, consigli e ispirazioni è un secondo grado di amore, molto più perfetto; poiché ci porta a rinunziare ed abbandonare la nostra propria volontà e ci fa astenere ed allontanare da parecchi piaceri, ma non da tutti”. E’ più impegnativo del precedente, ma non ancora perfetto. Il terzo…beh, giudicate voi: “Amare i patimenti e le afflizioni per amor di Dio è il sommo grado della santissima carità, poiché in ciò non vi è altro di amabile all’infuori della pura volontà divina; c’è grande opposizione da parte della natura; e non solamente si lasciano tutti i piaceri, ma si abbracciano i tormenti e le fatiche”. Quello che il nostro amico Autore descrive attraverso questi tre princìpi è una sorta di “crescendo” nella presa di coscienza del cristiano di fronte alla volontà di Dio. Ci vengono alla mente gli Apostoli che il Maestro accompagna per mano nel loro cammino alla sua sequela: cammino non scevro di cadute, ma che diverrà sicuro e travolgente quando, pieni di Spirito Santo, sapranno affrontare a viso scoperto le fatiche, le persecuzioni e il martirio.
Oggi tutta la Chiesa ricorda la festa della Dedicazione della Basilica Lateranense, madre di tutte le Chiese e sede “ufficiale” del Papa, vescovo di Roma. Preghiamo con le parole che la liturgia odierna ci offre:
O Padre, che prepari il tempio della tua gloria con pietre vive e scelte, effondi sulla Chiesa il tuo Santo Spirito, perché edifichi il popolo dei credenti che formerà la Gerusalemme del cielo. Amen
Anche oggi vogliamo essere pietre vive e scelte per sentirci parte integrante di questa grande famiglia che chiamiamo Chiesa. Buona giornata,
PG&PGR