Carissimi,
apriamo oggi il capitolo ottavo che presenta questo titolo: “Come dobbiamo unire la nostra volontà a quella di Dio nella tolleranza dei peccati”. Partiamo con una domanda: Dio, che è somma bontà, può odiare? Francesco di Sales ci risponde: “Dio odia sommamente il peccato, eppure lo permette con molta sapienza per lasciare agire la creatura ragionevole secondo la condizione della sua natura e rendere più meritevoli di lode i buoni, quando, potendo violare la legge, non lo fanno”.
Quante volte abbiamo parlato della libertà che Dio lascia ad ognuno di noi! Certamente Egli ci mette in guardia contro il peccato, pur detestandolo, ma tollerandolo e, vista la nostra debolezza, non odia il peccatore al quale offre sempre la possibilità di redimersi. Anzi, aggiunge che il Signore Gesù “se fosse necessario, subirebbe di nuovo la morte per liberare anche una sola anima dal peccato”. Ma noi, siamo altrettanto tolleranti e cosa possiamo fare se un fratello o una sorella si ostina in comportamenti contrari alla Legge di Dio? Certamente correggerlo fraternamente (Cfr. Mt 18,15,17). Ma se si ostina nel suo errore? Dice il Nostro: “Se poi il peccatore si ostina, piangiamo, Teotimo, sospiriamo, preghiamo per lui con il Salvatore delle nostre anime, il quale, dopo aver versato durante tutta la vita molte lacrime sui peccatori e sopra coloro che li rappresentavano, in ultimo morì con gli occhi pieni di pianto e con il corpo sanguinante, lamentando la perdita dei peccatori”. Piangere per il peccato proprio o altrui è segno di amore e di compassione: Gesù piange su Gerusalemme che non lo ha saputo riconoscere come Messia (Lc 19,44); Pietro piange amaramente dopo aver rinnegato il Maestro (Mt 26,75); san Paolo dice di “provare un acuto e continuo dolore al cuore per l’ostinazione dei Giudei Rom 9,2)”. Quante volte, nel nostro ministero sacerdotale abbiamo “raccolto” le lacrime di tanti genitori che vedono i figli “perdersi”, di tanti figli costretti ad assistere ai continui litigi dei genitori, di tanti giovani che non riescono a trovare un lavoro dignitoso o che sono caduti nella trappola della droga dalla quale non riescono o non vogliono uscire, e tanti altri che… Continua l’Autore: “Tuttavia, per quanto ostinati possano essere i peccatori non disperiamo di aiutarli e di essere loro utili…Finché siamo entro i confini della speranza che il peccatore si possa emendare — confini che hanno sempre l’estensione della vita — non bisogna mai respingerlo, ma pregare per lui e aiutarlo nella misura che la sua disgrazia lo permetterà”. La carità che il Signore ci chiede di avere nei confronti di chi, per colpa propria o altrui, si trova in situazioni difficili, ci trovi sempre pronti a tendere una mano.
Oggi ricorre la festa liturgica di sant’Andrea apostolo, fratello di san Pietro.
Preghiamo con le parole della liturgia
Dio onnipotente, esaudisci la nostra preghiera nella festa dell’apostolo sant’Andrea; egli che fu annunziatore del Vangelo e pastore della tua Chiesa, sia sempre nostro intercessore nel cielo. Amen
Forse oggi ci capiterà di asciugare qualche lacrima: facciamolo con amore. Buona giornata,
PG&PGR
P.S.
Auguri a tutti gli Andrea che conosciamo.