Carissimi,
riprendendo il discorso di ieri, pensiamo siate tutti d’accordo nel dire che ci sono scrupoli e scrupoli; essere scrupolosi, attenti, precisi è senz’altro una cosa buona, ma non quando questa diventa un’ossessione, fonte di ansie, di inquietudini e dubbi su tutto. Dice il saggio Francesco: “La scelta della vocazione, il progetto di qualche iniziativa con grandi conseguenze di qualche operazione a lungo respiro o di qualche spesa molto consistente…meritano che si rifletta seriamente su che cosa risponda maggiormente alla volontà di Dio” Ma in altre cose nelle quali si può anche sbagliare senza conseguenze serie “che bisogno c’è di fare l’indaffarato, il preoccupato e il perplesso che consulta tutti a fuori proposito?” Preferire questa o quella preghiera, dire il Rosario o l’Ufficio della Madonna, andare a messa in quella o quell’altra chiesa, chiedersi se la messa in suffragio per i propri defunti sia valida o no se il celebrante non pronuncia i loro nomi… Forse qualcuno potrà sorridere, ma per altri, con alle spalle una certa educazione “stagionata”, sembrano essere dilemmi seri. Eppure le parole di san Basilio che abbiamo letto ieri sono molto chiare e semplici: “Fare liberamente ciò che ci sembra bene, per non permettere al nostro spirito di perdere tempo e correre il pericolo di diventare inquieti, esageratamente scrupolosi e superstiziosi”. I grandi santi, che sembrano essere così lontani da noi, ci insegnano ad essere semplici e umili, ad essere cristiani adulti. Di fronte a qualche scelta importante non temiamo di “disturbare” lo Spirito Santo che ci può parlare attraverso un sacerdote o qualche altra persona saggia e “scegliere in nome di Dio e, dopo, non ritornare più con dubbi sulla scelta che abbiamo operato, ma coltivarla e sostenerla devotamente, pacificamente e con costanza”. Francesco di Sales, da grande maestro di spiritualità, conclude in questo modo l’ottavo libro del TAD: “Sebbene le difficoltà, le tentazioni ed eventi vari, che s’incontrino nel mandare avanti l’attuazione del nostro progetto potrebbero indurci a pensare di non aver scelto bene, bisogna tuttavia perseverare senza turbarsi: si pensi piuttosto che, facendo altra scelta, avremmo forse incontrato cento altre difficoltà, senza contare il fatto che non sappiamo se Dio voglia da noi che ci esercitiamo nella consolazione o nella tribolazione, nella pace o nella guerra. Presa santamente una risoluzione, non dubitiamo mai della santità dell’esecuzione, perché, se non veniamo meno noi, questa non può mancare; il fare altrimenti è segno di grande amor proprio o di puerilità, cioè di debolezza e di piccolezza di spirito”.
Oggi ricorre la memoria di san Carlo Borromeo che Francesco di Sales cita spesso come modello di pastore delle anime.
Preghiamo con le parole della liturgia
Custodisci nel tuo popolo, o Padre, lo spirito che animò il vescovo san Carlo, perché la tua Chiesa si rinnovi incessantemente, e sempre più conforme al modello evangelico manifesti al mondo il vero volto del Cristo Signore. Amen
Cerchiamo, oggi e sempre di essere scrupolosi e precisi nelle cose serie e, soprattutto, nel fare il bene. Buona giornata e buona domenica,
PG&PGR