20 Novembre 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

dopo averci illustrato come la santa indifferenza si estende a tutte le cose, il nostro Autore apre un nuovo capitolo che intitola “Della pratica dell’indifferenza amorosa nelle cose del servizio di Dio”. Qui l’aggettivo “amorosa” determina in modo più qualificato l’indifferenza. Egli dice: “E’ quasi impossibile conoscere il beneplacito di Dio se non attraverso gli eventi e, finché ci è sconosciuto dobbiamo essere fedeli il più fortemente possibile alla volontà di Dio manifesta e significata; ma non appena scopriamo il beneplacito della maestà divina, dobbiamo immediatamente piegarci con amore alla sua obbedienza”. Certamente questo non è facile; accorgerci di avere una malattia grave non ci dà la possibilità di sapere quale sia la volontà di Dio se non quella di affrontare con coraggio le terapie adatte per combatterla. Ma, continua, “se è volere di Dio che il male, vincendo i rimedi, porti alla morte, appena ne avrò la certezza dal volgere degli eventi, acconsentirò amorosamente con la parte superiore del mio spirito, nonostante tutta la ripugnanza delle potenze inferiori della mia anima: Sì, Signore, dirò, lo voglio, perché tale è il tuo beneplacito; così è piaciuto a te e così piace a me, servo umilissimo della tua volontà”. Questa non dobbiamo chiamarla rassegnazione, ma accettazione paziente della volontà di Dio…e di pazienza ce ne vorrà tanta. Ci viene in mente la testimonianza di fede del beato Carlo Acutis che, a quindici anni, viene colpito da leucemia fulminante: malattia che lo porterà alla morte in pochissimo tempo e che Carlo accetta offrendo la sua vita per tutta la Chiesa. Sembra una storia di altri tempi ma, da questo fatto, sono passati meno di venti anni. Torniamo al testo che prosegue dicendo: “Ma se mi fosse manifestato il divino beneplacito prima della sua attuazione — come al grande san Pietro il modo della sua morte, al grande san Paolo le catene e le prigionie, a Geremia la distruzione della sua cara Gerusalemme, a Davide la morte del figlio — allora dovrei uniformare subito la mia volontà a quella di Dio, sull’esempio del grande Abramo, e come lui, se Dio lo comandasse, accingermi ad eseguire il decreto eterno anche nella morte dei nostri figli. O ammirabile unione della volontà di quel patriarca con quella di Dio! Credendo essere beneplacito divino che sacrificasse il figlio, lo accettò subito e si preparò ad attuarlo. Ammirabile anche l’unione della volontà del figlio, il quale si sottopose tanto mansueto al coltello del padre, per dar vita, a costo della propria morte, al beneplacito del suo Dio!” San Pietro, san Paolo, il profeta Geremia e il re Davide ebbero il privilegio di sapere, in anticipo, quello che sarebbe loro successo e, come Abramo, aderirono subito alla volontà di Dio che, nel caso di quest’ultimo, potrebbe definirsi inaccettabile e disumana. Ripensiamo a quante volte, anche di fronte a sfide meno drammatiche, vorremmo ribellarci alla volontà di Dio…

Preghiamo

Signore, ti preghiamo per tutti i nostri giovani: sull’esempio e con l’intercessione del beato Carlo Acutis, siano sempre testimoni fedeli del tuo amore affrontando le difficoltà col suo stesso coraggio e con la sua stessa fede. Amen

Ed oggi? Un ulteriore atto della nostra volontà perché sappia accogliere quella di Dio. Buona giornata,

PG&PGR