15 Novembre 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

continuando il discorso, iniziato ieri sulla santa indifferenza, Francesco ci invita ad accogliere tanto la consolazione, quanto la tribolazione, secondo la volontà di Dio e si spinge anche oltre affermando che bisognerebbe preferire la tribolazione proprio perché in essa “non c’è nulla di amabile, tranne il segno della volontà di Dio”.

Superfluo dire che, da un punto di vista umano, tutti noi preferiremmo obbedire alla volontà di Dio quando si manifesta attraverso la consolazione, ma il Nostro sembra non pensarla alla stessa maniera chiedendosi e chiedendoci: “Che importanza ha che la volontà di Dio mi sia presentata nella tribolazione o nella consolazione?” E come è sua abitudine ci fornisce anche la risposta: “In entrambe io voglio e cerco soltanto la volontà divina che si manifesta ancora meglio se non è frammista ad altre bellezze oltre a quella del santissimo beneplacito divino”. Imitando il de Sales, ci permettiamo un esempio: per raggiungere la vetta del Corno Grande (2.912 metri slm) sul massiccio del Gran Sasso posso scegliere tra la via “panoramica” e la “direttissima” (solo se sono un esperto!) Nella prima la fatica sarà mitigata dalle bellezze naturali che potremo ammirare: le cime degli altri monti, le vallate, la varietà della vegetazione, gli animali, ecc. Se affronto la direttissima, evidentemente molto più faticosa e impegnativa, non avrò il tempo di ammirare nulla e sentirò solo la fatica. Ma una volta giunti in vetta, colui che ha scelto la via più aspra avrà anche una maggiore soddisfazione. Il testo ci presenta l’esempio di due santi che, pur desiderando riunirsi al Creatore, si dichiarano, comunque, pronti a obbedire alla sua volontà: san Paolo, nella lettera ai Filippesi (1,23-24), dice: «Sono messo alle strette infatti tra queste due cose: da una parte il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; d’altra parte, è più necessario per voi che io rimanga nella carne.» San Martino di Tour “giunto alla fine della sua vita, preso da un forte desiderio di raggiungere il suo Dio, non temette di affermare che sarebbe rimasto ugualmente volentieri tra le fatiche del suo ministero per il bene del suo gregge…Ammirabile indifferenza dell’Apostolo, ammirabile quella di Martino”. Per loro vedere il paradiso aperto e vedere le mille fatiche della terra era indifferente purché il volere di Dio si realizzasse. Paolo continuò la sua opera per, circa, altri dieci anni; Martino, dopo aver elevato al Signore una bellissima preghiera, entrò trionfante nel Regno dei Cieli.

Preghiamo

Sia fatta la tua volontà, Padre, in ogni momento, nel cielo e sulla terra, e tutto ciò si compia anche attraverso la nostra povera adesione al tuo volere. Sempre. Amen

Ancora una volta chiediamo al Signore la forza del suo Spirito per fare la sua volontà…anche se impegnativa. Buona giornata,

PG&PGR