Carissimi,
in compagnia di san Martino di Tour del quale oggi ricorre la memoria, iniziamo il terso capitolo che ha questo titolo: “Dell’unione della nostra volontà al beneplacito divino nelle afflizioni spirituali per mezzo della rassegnazione”. Come detto ieri ci permettiamo di sostituire, d’ora in poi, il termine “rassegnazione” con “pazienza”. Se l’amore del Signore e della croce ci fa abbracciare le “mortificazioni volontarie” e ci fa rinunciare ai piaceri effimeri, cosa molto gradita a Dio, “tuttavia, dice Francesco, lo è ancora di più quando riceviamo con pazienza (qui l’Autore usa questa parola, n.d.r.), dolcezza e gioia le sofferenze…Ma l’amore raggiunge la vetta quando le prediligiamo, le amiamo e le abbiamo care a causa del beneplacito divino da cui provengono”. Noi siamo abituati a considerare solo le sofferenze fisiche e, forse, le abbiamo anche provate…c’è chi si è rotto sei costole cadendo da un muretto, chi, perdendo i sensi a causa di una forte febbre, è caduto rompendosi il femore (scusate questi riferimenti personali!) e tante, tante altre persone che hanno affrontato o affrontano problemi molto più gravi. Disgrazie? Dolore e sofferenza? Senz’altro! Ma nulla a che vedere con le tribolazioni spirituali. L’Autore continua citando ancora una volta sant’Angela da Foligno che “dà una mirabile descrizione delle sofferenze interiori nelle quali veniva a trovarsi qualche volta, dicendo che la sua anima era tormentata come uno che, legato mani e piedi, venga appeso per il collo” restando tra la morte e la vita, senza poter far nulla. Il de Sales aveva provato questo genere di afflizione in età giovanile. Ricordate? Le tesi protestanti sulla predestinazione lo avevano turbato al punto di credersi destinato alla dannazione eterna. Ma la sua grande fede nell’amore infinito di Dio aveva poi avuto la meglio. Egli ci invita anche a riflettere sulla sofferenza del Salvatore nell’Orto degli Ulivi tanto da fargli esclamare “la mia anima è triste fino alla morte (Mc 14,33)” e fargli sudare sangue. Umanamente desidera che passi da lui quel “calice”, ma poi “aderendo al cuore e al beneplacito di Dio, dice, con un semplice consenso: O Eterno Padre, nonostante tutto, non si compia la mia volontà, ma la tua(Lc 22,42)”. Signore, si compia sempre, in tutti noi, la tua volontà.
Preghiamo con la liturgia odierna
O Dio, che hai fatto risplendere la tua gloria nella vita e nella morte del vescovo san Martino, rinnova in noi i prodigi della tua grazia, perché né morte né vita ci possano mai separare dal tuo amore. Amen
Anche se tante volte ci sembra impossibile seguire la volontà di Dio, continuiamo a fidarci di Lui e del suo amore. Buona giornata e buona domenica,
PG&PGR