20 Settembre 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

per farci meglio comprendere come l’amore sia capace di trasferire e trasmettere “i modi di fare e gli umori da un cuore all’altro”, Francesco ci invita a considerare due strumenti musicali a corda: parla del liuto (noi possiamo parlare di chitarra) e dice che “se ci sono due liuti unisoni, ossia che hanno il medesimo suono e sono accordati sullo stesso tono, uno vicino all’altro, se ne viene suonato uno l’altro, anche se non viene toccato, risuonerà come quello che si sta suonando; è l’accordo tra i due che, quasi come un amore naturale, opera questa rispondenza”.

E, aggiungiamo noi, se alla prima chitarra ne aggiungiamo una seconda, una terza ecc. vedremo che questo fenomeno della fisica persiste. I santi sono stati in grado di imitare e altri santi, seguendo il loro esempio, sono stati “contagiati” dalla santità: san Benedetto ha “contagiato” i suoi primi successori, san Francesco i suoi, e tanti altri sono stati attirati dalla santità dei loro maestri. Ma l’origine di questo “suono” è sempre da ricercare nell’azione dello Spirito. Ricordiamo le parole del Signore Gesù: “Chi crede in me compirà le opere che io compio, e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre” (Gv14,12). Queste parole suonano come un mandato rivolto non solo ai Dodici, ma ad ogni uomo e ogni donna di ogni tempo e, oggi, sono rivolte ad ognuno di noi. Dobbiamo, quindi, metterci alla scuola del Maestro, alla scuola dell’amore che, come dice l’Autore “è un magistrato che esercita il suo potere senza rumore, senza ufficiali né messi, per mezzo di quella reciproca compiacenza per la quale, come noi ci compiacciamo in Dio, allo stesso tempo desideriamo anche di piacergli”. Anche l’amore umano, in un certo qual modo, cammina sullo stesso binario: quando due giovani si innamorano non fanno di tutto per compiacersi a vicenda? Però, dobbiamo onestamente porci anche questa domanda: ma io, quanto sono innamorato di Dio? Il Salesio ci propone una risposta attinta al Cantico dei Cantici: “Il mio diletto è tutto mio per la compiacenza della quale mi rallegra e mi nutre ed io sono tutta sua per la benevolenza per la quale gli piaccio e lo appago…” Il primo capitolo si conclude con questa affermazione: “Chiunque si compiace veramente in Dio, desidera fedelmente piacere a Dio e, per piacergli, conformarsi a Lui”.

I santi coreani che oggi celebriamo ce ne danno testimonianza. Preghiamo

O Dio, che moltiplichi su tutta la terra i tuoi figli di adozione e hai reso seme fecondo di cristiani il sangue dei santi Andrea [Kim], Paolo [Chông] e dei loro compagni nel martirio, fa’ che siamo sorretti dal loro aiuto e ne seguiamo costantemente l’esempio. Amen

Ed oggi, tra le nostre varie occupazioni, chiediamoci quanto impegno mettiamo per piacere a Dio… Buona giornata,

PG&PGR