8 Giugno 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

«L’anima è il principio per il quale viviamo, sentiamo, intendiamo». Non è una affermazione di Francesco di Sales, ma di Aristotele, che il nostro Autore prende in prestito per introdurre il settimo capitolo dal titolo “In che modo l’amore sia la vita dell’anima e continuazione del discorso sulla vita estatica”. E se è vero, come è vero, che l’amore è la vita dell’anima, di conseguenza si può affermare che “l’amore è il primo atto e il principio della nostra vita devota o spirituale, per mezzo della quale viviamo, sentiamo, ci commoviamo e la nostra vita spirituale è tale quali sono i nostri movimenti affettivi”. Ci sembra evidente che qui, per movimenti, si intendono quelli spirituali e dunque il Nostro può affermare che “un cuore che non ha movimento e affetto non ha amore, come, viceversa, un cuore che ha amore non è senza movimento affettivo”. Pensiamo ai soliti innamorati: seguendo il loro cuore, si lasciano trasportare e compiono un “movimento” l’uno verso l’altro. Se questo è vero per le creature, a maggior ragione deve esserlo quando il nostro cuore ha come “oggetto” il Signore. Dice, infatti: “Quando abbiamo collocato il nostro cuore in Gesù Cristo, di conseguenza, abbiamo posto in Lui la nostra vita spirituale” e, in qualche modo, come scrive San Paolo ai Colossesi (Cfr. 3,4), la nostra vita è nascosta con Cristo in Dio e quando il Signore comparirà nella gloria “nello stesso momento la nostra vita e il nostro amore appariranno con Lui in Dio”. L’azione di Dio in noi è “nascosta” così come Dio era “nascosto nel Signore Gesù quando viveva sulla terra”. Alla richiesta dell’apostolo Filippo: «Signore mostraci il Padre», Gesù risponde: «Chi ha visto me ha visto il Padre» (Cfr. Gv 14,8-9). Ancora una volta il Salesio, come aveva fatto altrove, ci mette in guardia nei confronti di certi tipi di manifestazioni estatiche: “Quando, dunque, Teotimo, si vede una persona che nell’orazione va in estasi ed esce fuori di sé e sale sopra di sé in Dio, ma che non vive una vita estatica, ossia elevata ed aderente a Dio per mezzo della rinunzia dei piaceri mondani, della mortificazione delle sue voglie e inclinazioni naturali, mediante una continua carità, credimi, Teotimo, che queste estasi sono molto dubbie e pericolose: esse servono ad attirare l’ammirazione degli uomini, ma non a santificare l’anima”. Anche in campo mistico c’è questo pericolo: cercare di attirare l’ammirazione degli altri senza impegnarsi in un vero cammino di conversione. Su questo il de Sales non transige: “Essere al di sopra di se stessi nell’orazione e al di sotto di se stessi nella vita e nell’azione, essere angelici nella meditazione e animali nella conversazione…è vero segno che tali rapimenti e tali estasi non sono che divertimenti e inganni dello spirito maligno”. Non c’è che dire: la carità, l’amore, resta sempre la “prova del nove”. Tante persone frequentano gruppi di preghiera, movimenti, comunità…Spesso questi incontri sono pieni di tanti “amen…alleluia…” o altre manifestazioni esteriori. Ma c’è da chiedersi anche quanti poi, nella vita di tutti i giorni, vivono effettivamente quegli “Amen” e quegli “Alleluia”…

Preghiamo

Signore, ti chiediamo di trasformare il nostro cuore. La nostra preghiera, i momenti di intimità con Te non siano relegati a momentanee esperienze, ma diventino la nostra regola di vita. Amen

Ed oggi, con maggior slancio, chiediamo al Signore di essere sempre uniti a Lui, soprattutto nei momenti difficili. Buona giornata,

PG&PGR