22 Giugno 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

terminiamo il racconto del de Sales, al quale egli ne aggiunge un altro, più breve, traendo poi le sue conclusioni.

“Guardò la povera santa Vergine trafitta dalla lancia del dolore; poi sollevò lo sguardo al Salvatore crocifisso e ne ascoltò con incomparabile amore le sette parole (Le sette parole, invero, sono le ultime sette frasi che Gesù pronuncia sulla croce, n.d.r.); infine lo vide agonizzante, poi morto e ricevere la lanciata, e, attraverso l’apertura della piaga, mostrare il suo cuore divino; poi tolto dalla croce e portato al sepolcro dove pure lui si reca versando un mare di lacrime sui luoghi bagnati dal sangue del suo Salvatore.

Entrò nel santo sepolcro e vi depose il suo cuore vicino al corpo del suo maestro. Risuscitò poi con il Redentore, andò ad Emmaus ove osservò quanto accadde tra il Signore ed i due discepoli. Da ultimo ritornò sul monte Oliveto dove avvenne il mistero dell’Ascensione. Vedendo ivi le ultime orme impresse dai piedi del divino Salvatore, prostratosi, le baciò e ribaciò tante volte con sospiri d’infinito amore, raccolse tutte le forze dei suoi affetti come l’arciere tira indietro la corda dell’arco quando vuole scoccare la freccia, poi, alzando le braccia e gli occhi al cielo e sollevandosi con tutta la persona, esclamò: «O Gesù, mio dolce Gesù, io non so più dove cercarti e seguirti in terra; o Gesù, o Gesù, concedi al mio povero cuore che ti segua in cielo!». E con queste fervorose parole lanciò pure la sua anima al cielo, come una sacra freccia alla quale, come divino arciere, fece centrare il suo beatissimo oggetto. I compagni ed i servi, vedendo stramazzare improvvisamente al suolo questo povero amante, costernati chiamarono un medico, il quale constatò che era effettivamente morto. Per poter poi dare un giudizio sicuro sulle cause di una tale morte tanto improvvisa, il medico s’informò circa lo stato di salute del cavaliere, delle sue abitudini e del suo umore. Avendo appreso che era di temperamento dolce, amabile, molto devoto e grande amante di Dio: «Senza dubbio, disse, il suo cuore è scoppiato per eccessivo fervore di amore». E per accertarsi meglio gli aprì il costato, e gli trovò il generoso cuore squarciato, con incise queste sacre parole: «Gesù, amor mio!». L’amore aveva compiuto in quell’uomo l’ufficio della morte, separando l’anima dal corpo senza il concorso di altra causa. Questo fatto è narrato da san Bernardino da Siena, autore particolarmente dotto e santo, nel primo dei suoi discorsi sull’ascensione”. L’Autore ci offre, come detto all’inizio, una seconda storia d un autore che, per umiltà, non ha voluto rivelare il suo nome: “In Provenza viveva un signore molto amante di Dio e devotissimo del ss.mo Sacramento dell’altare, il quale era travagliato da una malattia che gli procurava vomiti continui. Un giorno gli fu portata la santa comunione, ma non osando riceverla per timore di rigettarla, supplicò il parroco di porgli l’ostia sul petto e di fargli con essa il segno della croce. Il sacerdote lo accontentò, ed in un attimo quel petto infiammato di amor di Dio si squarciò per trarre dentro il celeste alimento che conteneva il Diletto, e nel medesimo tempo spirò”. Commenta il Nostro: “Mi rendo conto che questa storia è molto fuori dell’ordinario ed esigerebbe una documentazione di maggior peso; ma, dopo la storia vera del cuore spaccato di santa Chiara da Montefalco, che tutti possono andare a vedere ancora oggi, e quella delle stimmate di san Francesco, cosa certissima, la mia anima non trova nessuna difficoltà a credere ad altri segni del divino amore”.

Preghiamo

Signore tu non hai certo bisogno del permesso dell’uomo per mostrare la Tua grandezza e la Tua misericordia. Illumina le nostre menti e, soprattutto, allarga i nostri cuori. Amen

Forse oggi il Signore vorrà mostrarci, magari in modo meno evidente, la grandezza del suo amore. Buona giornata,

PG&PGR

P.S. Il cuore “spaccato” dall’amore di Dio è conservato nel Santuario dedicato a santa Chiara da Montefalco (Montefalco – Perugia)