20 Giugno 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

«(La carità) tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1Co 13,7). Da una di queste affermazioni di san Paolo, Francesco di Sales prende lo spunto per il dodicesimo capitolo del settimo Libro del TAD al quale dà questo titolo: “Storia meravigliosa di un gentiluomo morto d’amore sul monte Calvario”. Chi sarà questo “gentiluomo”? Potremmo pensare subito a Nostro Signore ma forse, per Lui, quell’aggettivo sarebbe quanto meno riduttivo. Dunque seguiamo il ragionamento del Salesio. La carità tutto crede! E’ questa l’espressione sulla quale egli si sofferma dicendo: “La carità crede volentieri tutto, ossia, non pensa facilmente che si possa mentire, e se non ci sono chiare indicazioni di falsità in ciò che le viene raccontato, non fa nessuna difficoltà a crederlo, soprattutto quando sono cose che esaltano l’amore di Dio verso gli uomini e l’amore degli uomini verso Dio”. Il Nostro, dunque, si accinge a fare un lungo racconto, poco conosciuto e, come lui stesso confessa “nemmeno tanto documentato come richiederebbe la grandezza della meraviglia che contiene”; ma non per questo, aggiunge, si deve dubitare della sua veridicità. Per avallare questa sua convinzione chiama in causa sant’Agostino che ne “La città di Dio” scrive: «Quando si viene a sapere di un miracolo, anche se raccontato da testimoni oculari, si fa fatica a crederlo, ma non per questo non è reale e in materia di religione, le anime buone trovano più agevole credere le cose difficili e meravigliose». Questo non vuole certamente dire che “le anime buone” siano dei “creduloni”, ma che sono più ben disposte ad accogliere le cose meravigliose che Dio compie. Proviamo a pensare agli abitanti di Nazaret, scettici di fronte a quel loro compaesano “montato”. Ma come poteva “il figlio del falegname” parlare come un profeta? Da dove attingeva tanta autorità? E come riferisce san Matteo (13,58), in quella città Gesù «non fece molti miracoli a causa della loro incredulità». Solo la fede può “stimolare” l’intervento divino…Ripensiamo anche al funzionario regio di Cana che chiede l’intervento di Gesù per la guarigione del figlio (Cfr. Gv 4,46-54) e alla donna siro-fenicia che chiede con insistenza la liberazione di sua figlia dallo spirito demoniaco (Cfr. Mc 7,24-30). In ambedue i casi la fede in Gesù fa sì che Egli operi il miracolo. Non sappiamo se questi due personaggi fossero “anime buone”; sta di fatto che si sono fidate del Signore e la fede, anche se piccola quanto un granellino di senape, può smuovere le montagne (Cfr. Mt 17,20). Ed è la fede che muove il personaggio del quale  Francesco vuole narrarci la storia: come già detto, una storia non documentata, ma molto bella. Teniamo a freno la curiosità; domani e dopo domani ce la racconterà integralmente.

Preghiamo

Ancora una volta, Signore, ci troviamo a chiederti, come fecero gli apostoli, di aumentare la nostra piccola, povera e, talvolta, traballante fede. Aiutaci a non dubitare mai della Tua Parola che è Verità. Amen

Ed oggi, cerchiamo di trovare un po’ di tempo per rileggere i passi evangelici citati: ci faranno bene. Buona giornata,

PG&PGR

P.S. Rivolgiamo un pensiero ai nostri amici di Torino che oggi ricordano con devozione la Patrona di quella Diocesi che viene onorata col titolo di “Consolata”.