2 Giugno 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

mentre facciamo gli auguri alla Repubblica Italiana che oggi ricorda il suo 77° compleanno, iniziamo il quinto capitolo del settimo Libro del TAD dove l’Autore ci parla “Del secondo tipo di rapimento”. Ed esordisce così: “Dio attira gli spiriti a sé per mezzo della sua somma bellezza e immensa bontà: due qualità eccellenti che sono una sola somma Divinità, allo stesso tempo assolutamente unica nella sua bellezza e nella sua bontà”. Ma Dio è bello? Che sia buono non v’è dubbio, ma in quanto al bello, cosa possiamo dire visto che è purissimo Spirito? Cerchiamo di aiutarci son una similitudine: quando usiamo l’espressione “è una bella persona” riferendoci a qualcuno, non parliamo dei suoi lineamenti esteriori, ma delle sue qualità interiori; moltiplichiamo questo per un numero infinito di volte senza dimenticare che quelle di Dio sono “qualità” Divine. Il de Sales, con una visione ottimista, afferma che “tutto si fa per il bene e per il bello, tutte le cose mirano a loro, sono mosse e contenute in loro e si fanno per amor loro”. Caro Francesco, sei proprio un inguaribile ottimista…! Siamo sicuri che, se tu fossi vissuto ai nostri tempi, avresti usato il condizionale…! Ma andiamo avanti. In Dio, continua, il bello e il buono si uniscono in una sola cosa fondendosi nell’Assoluto di Dio che, senza condizioni, opera sempre a nostro favore. Seguendo il pensiero di san Dionigi (Aeropagita), filosofo e teologo del V-VI secolo che, parlando del sole afferma che la sua “bontà” risiede soprattutto nella sua luce che illumina e riscalda, il de Sales dice: “Così Dio, Padre di ogni luce, sommamente buono e bello, con la sua bellezza attira il nostro intelletto a contemplarlo, e con la sua bontà attira la nostra volontà ad amarlo”. Questo secondo tipo di rapimento o estasi, dunque, chiama in causa la nostra volontà che, quando si lascia guidare dall’amore di Dio “spinge il nostro intelletto a contemplarlo, perché l’amore ci muove alla contemplazione e la contemplazione all’amore: dal che consegue che l’estasi e il rapimento dipendono totalmente dall’amore perché è l’amore che conduce l’intelletto alla contemplazione e la volontà all’azione”. Citando ancora san Dionigi, conclude: «L’amore divino è estatico, perché non permette agli amanti di appartenere a se stessi, ma alla cosa amata». San Paolo, nella Lettera ai Galati (2,20b) afferma: «Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me». Pensiamo a due innamorati che si scambiano frasi d’amore: “io vivo per te,”, oppure “tu sei la mia vita”, e ancora “sono tutto tuo/a”. Però, è strano. Sappiamo dire queste frasi ad un altro essere umano, ma troviamo molto “imbarazzante” dirle a Dio che è l’autore dell’amore.

Preghiamo con le parole della liturgia che oggi celebra la memoria dei santi Marcellino e Pietro, martiri

O Dio, con la gloriosa testimonianza dei santi martiri Marcellino e Pietro ci avvolgi di amore e ci proteggi: concedi a noi di imitarne l’esempio e di essere sostenuti dalla loro preghiera. Amen

Perché non provare oggi a dire qualche parola d’amore in più a Dio? Buona giornata e buona festa della Repubblica,

PG&PGR