4 Maggio 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

il “riposo” dell’anima in Dio, una volta trovata la strada giusta, bisogna anche saperla conservare. Ma in che modo? E’ quello che Francesco ci dice nel decimo capitolo partendo da questa osservazione: “Ci sono degli spiriti attivi, fertili e traboccanti di considerazioni mentre ce ne sono altri timidi e ripiegati su se stessi”. I primi avrebbero, forse, bisogno di una maggiore riflessione, gli altri di “darsi una mossa”. Continua dicendo che ce ne sono alcuni che sembrano non essere contenti se non sentono, non vedono e non assaporano la loro gioia e altri ancora, conclude, che “pur vedendo i loro forzieri pieni di denaro, non pensano di essere ricchi se non contano quanti scudi hanno” come una sorta di Paperon de’ Paperoni! Non c’è che dire: una vasta gamma di gente “volutamente” insoddisfatta e che va soggetta “ad agitazione nella santa orazione” del tipo: Oh Dio, forse ho dimenticato un’Ave Maria durante il rosario…o altre agitazioni simili. E’ un controsenso ricercare la presenza di Dio nel nostro cuore vivendo in continua ansia e accade che “se Dio concede loro la quiete della sua santa presenza, la mettono volontariamente da parte per vedere come si comportano in essa…mettendosi in agitazione per sapere se la loro tranquillità è davvero tranquilla e la loro quiete veramente quieta”. Di fatto è quello che avviene a chi è scrupoloso. Sottolinea il Salesio: “C’è molta differenza tra occuparsi di Dio, che ci offre la contentezza, e perdere tempo ad esaminare la contentezza che Dio ci dà”. L’eccesso e la scrupolosità, come l’esperienza insegna, sono sempre pericolosi oltre che inutili. Quante persone, spesso, si accusano di avere qualche distrazione durante la preghiera! A questo proposito è interessante, e rassicurante, ciò che dice l’Autore riportando il pensiero di Santa Teresa d’Avila: “E’ una superstizione l’essere così gelosi di questo riposo da non voler né tossire né sputare per timore di perderlo. Iddio infatti, che dà questa pace, non la toglie per tali moti necessari, né per le distrazioni e divagazioni della mente, quando sono involontarie; e la volontà, una volta compresa della divina presenza, non cessa d’assaporarne le dolcezze, benché l’intelletto o la memoria si siano distratti ed allontanati in pensieri estranei ed inutili”. Non si può comandare a bacchetta al cervello… A chi non capita, nonostante la buona volontà, di “perdersi” in altri pensieri durante la preghiera? Ma questo non significa che quella preghiera sia meno accetta al Signore. Siamo esseri umani, con tutte le nostre debolezze e i nostri limiti, ma siamone certi: il Signore ci accetta così come siamo fatti. Continueremo e concluderemo domani questo capitolo. Ed orapreghiamo con le parole dell’odierna liturgia:

O Dio, che hai redento l’uomo e lo hai innalzato oltre l’antico splendore, guarda all’opera della tua misericordia, e nei tuoi figli, nati a vita nuova nel Battesimo, custodisci sempre i doni della tua grazia.  Amen

Anche se qualche pensiero oggi ci distrarrà…andiamo avanti con fiducia e con la certezza che il buon Dio ci accetta così come siamo. Buona giornata,

PG&PGR