Carissimi,
riprendiamo e concludiamo l’ottavo capitolo. Francesco continua col dire che l’anima, pur trovandosi in questo “dolce riposo e mentre gioisce del delicato sentimento della presenza divina, benché non avverta (fisicamente) tale piacere, nondimeno testimonia chiaramente quanto tale felicità le sia preziosa e piacevole, quando gliela si vuole togliere o qualche cosa la distoglie da essa”.
Sull’esempio di Francesco, stavolta siamo noi a proporvi una similitudine anche se molto meno poetica delle sue: vi siete mai assopiti, in poltrona, davanti alla TV, quando viene trasmesso qualcosa di “noiosetto”? Guardando con occhi socchiusi, pian piano, dolcemente, vi abbandonate tra le “braccia di Morfeo”; ma all’improvviso qualcuno o qualcosa vi sveglia. Qual è la vostra reazione? E provate a staccare le mammelle di una mamma, o il biberon, dalle labbra di un bimbo che succhia il latte semi addormentato…sentirete che strilli! L’Autore ci perdoni questa impertinente intromissione, ma lui stesso continua dicendo: “Allora, la povera anima si lamenta…come un bambino svegliato prima di aver dormito abbastanza, il quale con la sofferenza che prova al risveglio, dimostra abbondantemente la soddisfazione che provava nel sonno”. Quale sarebbe la nostra reazione verso chi ci sveglia da quel dolce “pennicare” di fronte alla TV e cosa direbbe, se potesse, quel piccoletto vedendosi privato del latte materno (o della Centrale)? “L’anima così tranquilla nel suo Dio non lascerebbe questa pace per tutti i beni del mondo”. Ci viene proposto anche il passo evangelico di Marta e Maria, sorelle di Lazzaro (Cfr. Lc 33-41); seguendo l’esegesi del suo tempo che identificava Maria Maddalena e Maria sorella di Lazzaro nella stessa persona (non è così secondo l’odierna esegesi!), il Salesio dice che Santa Maddalena (Maria), ascoltando le parole di Gesù, seduta ai suoi piedi, è quasi in estasi estraneata da ciò che accade intorno a lei e non a torto, Marta sua sorella che si dà da fare in tante faccende per fare onore all’illustre ospite, si “ribella”; Gesù le risponde che Maria si è scelta la parte migliore che non le sarà tolta (v.41). Ma quale sarà la parte migliore? “Rimanere in pace, nel riposo, nella calma, vicino al suo dolce Gesù”. All’atteggiamento di Maria viene associato quello dell’apostolo Giovanni che tanti pittori, in modo particolare Leonardo da Vinci, immaginando la scena dell’Ultima Cena, raffigurano col capo reclinato sul petto di Gesù quasi a volerne ascoltare il battito del cuore. Il de Sales, dunque, esorta tutti noi: “Quando ti troverai in questa semplice e pura filiale fiducia presso Nostro Signore, rimanici, mio caro Timoteo, senza agitarti per compiere atti sensibili né dell’intelletto, né della volontà; infatti questo semplice amore di fiducia e questo sonno amoroso del tuo spirito tra le braccia del Salvatore, comprende in sommo grado tutto quello che vai cercando a destra e a sinistra per tuo piacere. E’ meglio dormire su quel petto che vegliare altrove, ovunque sia”. Con queste parole si conclude il capitolo, ma facciamo attenzione che quel sonno non sostituisca completamente il nostro servizio al prossimo…Gesù dovrebbe digiunare…!
Preghiamo
Dio Padre onnipotente, che ci dai la grazia di celebrare il mistero della risurrezione del tuo Figlio, concedi a noi di testimoniare con la vita la gioia di essere salvati. Amen
Dunque, la cosa migliore, per oggi, sarà quella di essere un po’ Maria e un po’ Marta. Buona giornata,
PG&PGR