Carissimi,
“Come pratichiamo l’amore di benevolenza nelle lodi che il nostro Redentore e la sua Madre Santissima rendono a Dio” è il titolo dell’undicesimo capitolo che, tradotto in parole più semplici, potremmo esprimere con questa domanda: come possiamo lodare Dio unendoci alle lodi della Vergine Santa e a quelle dello stesso Gesù Cristo? Ognuno di noi deve cercare la risposta nel proprio cuore. Francesco di Sales, dopo averci parlato delle lodi che le anime beate rendono a Dio, per quanto riguarda quelle della Vergine dice: “Tra tutti i cori degli uomini e degli angeli si ode la voce eccelsa della santissima Vergine, la quale, emergendo su tutti, rende a Dio più lode di ogni altra creatura”. Aggiunge, inoltre, qualcosa che potrebbe meravigliarci…Poi ce ne darà la spiegazione e la motivazione: “Ma le lodi che questa madre dell’onore e del bell’amore, assieme a tutte le altre creature, dà alla Divinità, benché eccellenti e mirabili, sono però così infinitamente inferiori ai meriti infiniti della bontà di Dio, da non avere con quelli alcuna proporzione, e benché piacciano molto alla sacra benevolenza del cuore amante verso il suo Diletto, non bastano tuttavia ad appagarlo”. Spiega questo suo pensiero affermando che tutte le lodi e le benedizioni dei santi, degli angeli, degli uomini e della stessa Vergine, provengono dalle creature, ma “quelle del Figlio sono divine, perché non tendono soltanto a Dio come le altre, ma provengono da Dio stesso, poiché il Redentore è vero Dio. Esse sono divine non soltanto quanto al loro fine, ma quanto alla loro origine; divine perché tendono a Dio, divine perché procedono da Dio”. Tante volte, nel Vangelo, abbiamo letto che Gesù si appartava per pregare il Padre, per dialogare con Lui, per benedire il Suo nome. Egli non ha avuto, come noi, bisogno di un “mediatore” rivolgendosi a Dio essendo Dio Lui stesso. Quella del Cristo è la voce sovrana di tutte le voci che si rivolgono a Dio. Non solo: egli si offre come unico mediatore tra il Padre e l’uomo e il nostro Autore e afferma: “Indubbiamente, Teotimo, l’amor divino, assiso nel cuore del Salvatore come su un trono regale, osserva dall’apertura del costato ferito tutti i cuori dei figli degli uomini; infatti quel cuore, che è il Re dei cuori, ha sempre gli occhi rivolti ai cuori. Ma, come coloro che guardando attraverso le griglie, vedono, ma sono soltanto intravisti, così il divino amore di questo cuore, o piuttosto il cuore di questo divino amore, vede sempre chiaramente i nostri e li osserva con gli occhi del suo amore, mentre noi non lo vediamo, ma lo intravediamo soltanto”. La conferma ci viene dall’Apostolo Paolo quando dice: «Ora vediamo come in uno specchio in maniera confusa, ma allora vedremo faccia a faccia» (1 Co 13,12a). Conclude il de Sales: Quale soavità per i nostri cuori quando le nostre voci, unite e confuse a quella del Salvatore, parteciperanno alla infinita dolcezza delle lodi che quel Figlio amatissimo rende all’eterno Padre”.
Preghiamo
Concedi a questa tua famiglia, o Padre, di celebrare con fede i misteri della passione del tuo Figlio per gustare la dolcezza del tuo perdono. Amen
Ed oggi, riflettendo sui giorni che ci apprestiamo a vivere, insieme al Signore Gesù, lodiamo Dio con maggior vigore. Buona giornata,
PG&PGR