Carissimi,
nella festa di San Marco evangelista e nell’Anniversario della Liberazione, iniziamo il sesto capitolo al quale Francesco di Sales dà questo titolo: “La contemplazione si fa senza fatica. Questa è la terza differenza tra la stessa e la meditazione”. Oh! Finalmente qualcosa che può essere fatta senza fatica!!! In effetti la “meditazione” comporta una “fatica” dello spirito e, spesso, anche del corpo. Ma andiamo con ordine seguendo il discorso dell’Autore. Egli dice che il semplice sguardo della contemplazione si attua in tre modi. Non spaventiamoci perché per dimostrarlo nel modo più semplice, come al solito, si serve di similitudini. Il primo modo è quello di prendere in considerazione “qualcuna delle perfezioni di Dio, come, per esempio, la sua infinita bontà senza pensare agli altri attributi ed alle sue virtù”. Questo è simile ad uno sposo che ferma il proprio sguardo a considerare solo alcuni aspetti del volto della sposa come il colorito, senza far troppo caso agli altri aspetti della bellezza. Sottolinea il Nostro: “Allo stesso modo, qualche volta, guardando la somma bontà della Divinità, lo spirito, benché veda in essa la giustizia, la sapienza, la potenza, tuttavia è attento soltanto alla bontà, alla quale rivolge il semplice sguardo della contemplazione”. Qualche volta, invece, e questo è il secondo modo, si prendono in considerazione le infinite perfezioni di Dio con uno sguardo semplice e senza porsi domande come uno sposo, che rivolge un unico sguardo alla sposa “riccamente ornata” vedendo tutto in generale e nulla in particolare. “Allo stesso modo, con la contemplazione, si compie spesso un semplice atto di considerazione di molte grandezze e perfezioni divine prese tutte insieme; e non se ne saprebbe dire nulla in particolare, se non che tutto è perfettamente buono e bello”. Ed eccoci al terzo modo: non si considerano le perfezioni divine né prese insieme, né singolarmente, ma “soltanto qualche azione o qualche operazione divina, a cui prestiamo la nostra attenzione; come per esempio, l’atto di misericordia con il quale Dio perdona i peccati, o l’altro della Creazione” o altri. E riecco la figura dello sposo che non guarda gli occhi della sposa, ma solo la dolcezza dello sguardo che ella rivolge su di lui e non considera la sua bocca, ma la dolcezza delle parole che ne escono. Ma, prosegue il Salesio, “in qualsiasi dei tre modi si proceda, la contemplazione ha sempre questa ottima qualità: si attua con piacere, perché suppone che si sia trovato Dio e il suo santo amore, che se ne goda e se ne provi diletto”. E la fatica della meditazione di cui abbiamo parlato all’inizio che fine ha fatto? Non siate “presciolosi” come se dice a Roma. Pazienza fino a domani. Ed ora
preghiamo con le parole della liturgia odierna:
O Dio, che hai glorificato il tuo evangelista Marco con il dono della predicazione apostolica, fa’ che alla scuola del Vangelo, impariamo anche noi a seguire fedelmente il Cristo Signore. Amen
In qualsiasi dei tre modi si proceda, come dice Francesco, l’importante è che anche oggi pensiamo a Dio e lo amiamo. Buona giornata e buona festa.
P.S. A tutti i Marco che conosciamo: Buon onomastico