20 Aprile 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

“In questo mondo l’amore trae la sua origine, ma non la sua eccellenza, dalla conoscenza di Dio”. Questo è il titolo del quarto capitolo che andiamo ad iniziare. Vediamo di capire meglio cosa vuole dirci Francesco. Parte da questa affermazione: “La conoscenza è necessaria per la generazione dell’amore, perché non potremmo mai amare ciò che non conosciamo; e man mano che aumenta la conoscenza meditata del bene, aumenta anche l’amore”.

Ma spesso accade che l’amore vada al di là della conoscenza pur essendone stata l’origine: è un po’ la “storia dell’allievo che supera il maestro! Infatti San Tommaso, nella “Summa teologica” afferma spesso che “i più semplici (e le donne) hanno una devozione maggiore” ed abitualmente hanno una maggiore capacità di vivere l’amore per Dio “della gente abile e sapiente”. Ma questa non è una novità! Nel Vangelo di San Matteo leggiamo che Gesù rende lode al Padre che ha rivelato i misteri ai piccoli e non ai “sapienti e agli intelligenti” (Cfr. Mt 11,25-27). Il Nostro riporta l’affermazione di Sant’Andrea di Vercelli (Tommaso Gallo) maestro di Sant’Antonio di Padova: «L’amore penetra dove la scienza umana non saprebbe giungere» aggiungendo che «molti vescovi in passato hanno penetrato il mistero della Trinità, benché non fossero dotti». E a proposito del proprio discepolo Antonio di Padova dice che «privo di conoscenza mondana, possedeva una così profonda teologia mistica che, come un secondo Giovanni Battista lo si sarebbe potuto chiamare “lampada lucente e ardente». La grandezza dell’uomo non è data, dunque, dalla sua conoscenza, ma dal suo amore. Il de Sales fa, ancora una volta, riferimento alla “Cronaca dei Frati Minori” dove si legge che “il beato frate Eligio, uno dei primi compagni di San Francesco, disse un giorno a San Bonaventura: Come siete felici voi dotti, perché conoscete tante cose con le quali lodare Dio! Mentre noi, ignoranti, che cosa possiamo fare? E San Bonaventura, di rimando: Basta la grazia di poter amare Dio. Ma, padre mio, replicò Frate Eligio, un ignorante può amare Dio come un uomo colto? Può, rispose Bonaventura, anzi ti dico che una povera e semplice donnicciola può amare Dio quanto un dottore in teologia”. Commenta il Salesio: “Senza dubbio la volontà non si accorge del bene se non per mezzo dell’intelletto, ma una volta che lo ha scoperto, non ha più bisogno dell’intelletto per esercitare l’amore…la conoscenza del bene fa nascere l’amore, ma non ne dà la misura…Talvolta – prosegue- la conoscenza di un’ingiuria muove la collera” che se non viene dominata può causare un male peggiore; allo stesso modo “l’amore supera la conoscenza, dalla quale trae origine, ed è causa di una maggiore crescita”. I discepoli del Battista, persone umili e semplici, vengono da lui invitati a seguire Gesù…e restarono con Lui (Cfr. Gv 1,39). Noi abbiamo conosciuto il Signore, ma quanto siamo disposti a rimanere sempre con Lui?

Preghiamo

Signore, non ti chiediamo il dono della scienza umana, ma quella che proviene dallo Spirito Santo e che, rafforzando la nostra fede, ci permette di amarti sempre di più. Amen

Anche oggi chiediamo al Signore di aumentare la nostra fede. Buona giornata,

PG&PGR