4 Marzo 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

quante cose si potrebbero dire sulla curiosità! Certamente alcune positive, altre molto meno. Sta di fatto che in un modo o nell’altro tutti, o quasi, siamo curiosi e, in modo particolare, coloro che affermano di non esserlo. Magari, in questo momento, qualcuno si starà anche chiedendo “curiosamente” che cosa c’entra questo col Trattato dell’Amor di Dio? La risposta è semplice: Francesco di Sales dedica il settimo capitolo ad un certo tipo di curiosità e, nel titolo, afferma che “E’ necessario evitare ogni curiosità e aderire umilmente alla sapientissima provvidenza di Dio”. Non si può certo negare che tante cose l’uomo le ha scoperte, se non proprio per pura curiosità, almeno in seguito all’indagine che qualcuno ha condotto su determinati fenomeni. Ma quando si parla del mistero di Dio le cose cambiano completamente e il nostro Amico afferma: “Lo spirito umano è così debole che quando, con troppa curiosità, vuole ricercare le cause e le ragioni della volontà divina, si impiglia e rimane preso nei fili di mille difficoltà da cui poi non riesce più a districarsi”. Avete presente una mosca che si avvicina incautamente ad una ragnatela? Tanti, desiderando in modo sconsiderato di “giungere alla scienza della verità”, sono caduti nella follia della vanità e i nostri Progenitori ne sono il primo esempio. Spesso, aggiunge l’Autore, “la nostra temerarietà ci spinge ad indagare perché Dio conceda più mezzi agli uni che agli altri”. Non sarebbe un grave atto di superbia pretendere di conoscere le ragioni di certi disegni di Dio? Cercare di trovare una spiegazione della volontà di Dio fuori della sua stessa volontà, sarebbe come lasciarsi trasportare da un “turbine di vento capriccioso”. San Paolo, parlando dei vari carismi, dice che è lo Spirito a suscitarli distribuendoli a ciascuno come vuole (Cfr. 1Co 12,11). Dio non deve rendere conto a nessuno e nessuno può avere la presunzione di insegnargli a “fare il suo mestiere” in quanto, continua il Nostro, “come giudice supremo e sommamente giusto, non è necessario che manifesti le sue ragioni”. Non sempre gli Apostoli hanno compreso pienamente certi discorsi di Gesù eppure, nonostante tutto, lo hanno seguito. Qualche cosa di analogo capita quando non riusciamo a comprendere pienamente certe decisioni della giustizia umana amministrata da “giudici terreni che possono errare, anche loro fatti di terra, tanto da credere che non abbiano agito che per giuste ragioni, benché non le conosciamo, Signore Iddio, con quale rispetto pieno di amore dobbiamo adorare l’equità della suprema provvidenza che è infinità per giustizia e per bontà”. Il problema è che molte volte, così come fanno gli adolescenti di fronte a qualche provvedimento dei genitori, ci lamentiamo dicendo: non è giusto! Forse, in quei momenti, pensiamo di poter dare delle lezioni di giustizia a Dio!

Preghiamo

Padre di eterna misericordia, converti a te i nostri cuori, perché nella ricerca dell’unico bene necessario e nelle opere di carità fraterna siamo sempre consacrati alla tua lode. Amen

Chiediamo al Signore di insegnarci ad ascoltare la sua voce e ad accogliere, oggi e sempre, la sua volontà che è sempre volta al nostro bene. Buona giornata e buona domenica,

PG&PGR